Tra la techno e l’industrial dei Random Clockwork
Un esordio potete quello dei Random Clockwork, in cui si sentono gli anni di lavorazione e la lunga collaborazione che vede i cinque membri della band collaborare da dieci anni.
Un disco autoprodotto da una band italica, ma dalle scelte musicali internazionali, uscito lo scorso 22 novembre 2019, “solido e granitico”, “un tiro alla fune fra la Terra e le stelle”, come recita la title track Wires. E a terra attacca chi ascolta in ritmi che fanno ballare, un ballo di sfogo alla contemporanea maniera, grazie ad un sound vicino all’industrial, mitigato ed addolcito dalla virtuosa voce femminile della frontwoman Danila Monfreda.
Le band a cui Wires strizza l‘occhio vanno dalle sonorità più pop ma scure degli Evanescence, ai ritmi techno asciutti ma molto curati alla Chemical Brothers maniera, come in Magneto, quarto dei dieci pezzi dell’album. Il metallo e la precisione meccanica, il furore e lo sfogo si mescolano nelle armonie di questa band, anche nelle scelte estetiche dei concerti. Il “meccanismo casuale” del loro nome e la scelta “disindividualizzante” di presentarsi sul palco con indosso maschere squadrate e argentate dallo stile steam sofisticato, si fondono e si integrano all’energia sprigionata dai loro pezzi, che porta fin dal primo ascolto il corpo a muoversi.
Si va da una danza feroce, come quella di Faster Trasmission, che ricorda Smack my bits up dei Prodigy, a movenze più sensuali come quelle indotte dal secondo pezzo, Felina, in cui si sentono incursioni nell’elettro-dark. Tutto è pieno di senso in questo disco: la scelta dei titoli crea una forte empatia con ciò che il pezzo stimola in chi ascolta.
Solo una band con un feeling creato da anni di lavoro insieme e da gusti e scelte musicali tanto definite, quanto ampie, può essere così completa nell’arte che promuove e nel dialogo artistico col pubblico.
Nata ad Amandola, un paesino sui Sibillini, il 20 aprile del 1979, fin da piccola ha sentito scorrere la musica dentro il suo corpo. Pianista fino al liceo, ora si diletta alla tastiera, ha scelto di fare l’Università e quindi di vivere a Bologna, dove ormai risiede da vent’anni, nonostante l’accento le sia rimasto profondamente marchigiano. Di lavoro fa la prof di lettere alle scuole superiori, in
un paese nel Modenese. Fra i suoi hobby, oltre alla musica, leggere e scrivacchiare.
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