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Biodiversità e Depths: esplorando nuove sonorità e atmosfere sperimentali

In questo nuovo speciale di Rapide dedicato alle etichette, ci immergiamo nel mondo di due realtà indipendenti che condividono la stessa passione per la sperimentazione e la ricerca sonora: Biodiversità e Depths.

Nonostante le loro differenze geografiche e stilistiche, entrambe le realtà si distinguono per la capacità di dare spazio a progetti artistici che sfidano i canoni tradizionali. Dalla connessione tra natura e suono promossa da Biodiversità alla profonda esplorazione delle sonorità oscure e industriali di Depths, queste etichette rappresentano due voci originali nel panorama musicale contemporaneo.

Scopriamo insieme le loro storie, i progetti futuri e la filosofia che guida le loro scelte artistiche.

Biodiversità radioaktiv

Biodiversità

Biodiversità Records è un portale indipendente ideato per collegare la ricerca sonora e l’attenzione agli ambienti naturali. La prospettiva dell’etichetta rispecchia una sorta di sensibilità che comunica con il nostro essere biologico.

Come è nata l’etichetta e perché l’esigenza di una label personale.

Per prima cosa volevo ringraziarvi per l’interesse dimostrato per le nostre attività. Biodiversità Records nasce a cavallo tra il 2017 e il 2018  con il semplice scopo di promuovere delle sonorità che ritenevo interessanti e cercare di creare una narrazione intorno al concetto di natura, suono, digitalizzazione e bios. L’approccio iniziale era super DIY (non che ora sia chissà quanto professionale), e una parte dello stimolo derivante dal gestire l’etichetta era ritagliare i cartoncini per le cassette o pensare a qualche formato particolare da fare in pochissime copie. Il progetto si è evoluto molto negli anni, attualmente riconosco Biodiversità più come portale che come etichetta. Il termine “etichetta discografica”, che prima mi affascinava, adesso mi crea repulsione… Quello che esce sulla pagina Bandcamp di Biodiversità sono progetti di varie personalità, a cui piace mettersi in discussione, trovare argomenti particolari e che sono disposti a speculare. Non esistono vincoli stretti, ma solo la compartecipazione nella realizzazione di qualcosa, ognuno detiene il suo lavoro, può farci quello che vuole, deformarlo, ripubblicarlo. La cosa importante per me è solo far nascere qualcosa o farla confluire o passare attraverso la narrazione di Biodiversità. Inoltre piano piano il tema sonoro si sta smarginando, lasciando spazio a testi, immagini, qualsiasi cosa.

Ci racconti come hai scelto il nome dell’etichetta e cosa vuole significare.

Il nome dell’etichetta è molto didascalico, diciamo che esprime tre concetti fondamentali che poi vanno a formare la proposta di Biodiversità. In primis possiamo semplicemente apprezzare il nome, e riflettere sull’importanza della biodiversità nel concreto, in quello che è il mondo che ci circonda. Poi c’è la pratica, il suffisso bio- invita a un approccio legato al bios, biologia, natura, ecologia, quelli che sono poi i temi principalmente trattati. Ovviamente le sfaccettature sono tante, con un occhio di riguardo al mondo digitale. Infine c’è una scelta, la diversità, che in questo caso si intende anche come varietà. Questa si trova nei formati delle uscite fisiche, nelle sonorità, nell’estetica (forse?), nelle attività. Esiste un filo conduttore all’interno delle proposte di Biodiversità, ma di sicuro non è una selezione di generi musicali specifici. Ovviamente fa da padrone il mio gusto, quindi ci sono implicitamente delle restrizioni, una via principale che viene percorsa.

Qual è il disco prodotto al quale ti senti più legato e perché.

Non penso assolutamente che esista un lavoro a cui sono più legato, rimanendo nell’ottica di un portale, tutto fa parte dello stesso progetto.

Un artista che ti piacerebbe produrre.

Nessuno in particolare, non c’è alcuna urgenza nel realizzare qualcosa con una persona specifica.

In questo periodo storico è meglio spingere il formato digitale o rivolgersi a una nicchia che acquista i formati fisici pur sapendo di non ottenere un grande ritorno economico?

Ogni progetto ha una forma a sé stante, che può prevedere oppure no un supporto fisico. Personalmente, sul lungo termine, ho trovato che il formato fisico consente di avere un piccolo rientro che rende possibile al progetto di autosostenersi (unico obiettivo), l’unico limite ogni tanto sono le mie finanze o il mio tempo non sufficiente per creare un cimelio per il mondo fisico. Ma anche il formato digitale regala qualche soddisfazione in tal senso. Non lavoro con servizi di streaming o distributori (a parte pochissimi), ogni artista può autonomamente distribuire come meglio crede il proprio lavoro, quindi conosco quasi solo Bandcamp. Mi piace molto il contatto diretto che si crea tramite Bandcamp, se avessi conoscenze più approfondite su altre piattaforme simili magari le proverei.

Progetti per il futuro.

Ora come ora sto lavorando a una compilation per il 2024 e una raccolta di racconti sci-fi (proviamo anche questa). Per l’anno prossimo spero di poter portare alla luce due album o tre album che sono ancora in fase embrionale, e magari qualche altro progettino collaterale. Inoltre sicuramente sono sul punto di essere lanciate due call per dei progetti collettivi. Per qualsiasi cosa è possibile seguire la nostra newsletter QUI.

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Depths

Depths è un’etichetta discografica indipendente con sede a Londra fondata nel giugno del 2019, che promuove musica originale e di alta qualità dedita a sonorità oscure e sperimentali che vanno dalla dark-wave al post-punk, dall’electro all’industrial.

Come è nata l’etichetta e perché l’esigenza di una label personale.

Alessandra: L’etichetta è nata nel 2019 con l’intento di aiutare una band post-punk italiana, i Kill Your Boyfriend, ad avere visibilità in UK. Al tempo i KYB avevano un album pronto, Killadelica, per il quale cercavano disperatamente una label con base in UK per poter ampliare la propria fanbase al di là del territorio italiano con un focus particolare al Regno Unito che, da sempre, rappresenta a livello europeo il miglior mercato per post-punk e guitar band. Al tempo la band non rilasciava album già da qualche anno, e per questo motivo era difficile trovare concerti in UK che permettessero loro di farsi notare e firmare con una label britannica, per cui decisi di creare una label basata a Londra, rilasciare un singolo che desse alla band l’opportunità di mettere in circolo nuova musica e aumentare le possibilità di fare concerti in UK e conseguentemente aspirare a un record deal con una label britannica. E così nacque Depths e il singolo Elizabeth uscì il 29 novembre del medesimo anno su 7″ rosso. Per la B-side pensai ad un remix dello stesso singolo. KYB avevano recentemente supportato i Preoccupations in Italia e la band canadese aveva mostrato ammirazione per la loro musica, per cui consigliai a Matteo e Tony (dei KYB) di chiedere ai Preoccupations se fossero stati disponibili per un remix. Danny Christ (il chitarrista) accettò subito con entusiasmo e da lì riuscirono ad assicurarsi un tour in UK e a firmare con una label di Manchester per il nuovo album. Elizabeth diede visibilità a Depths e di lì iniziammo a pubblicare altri artisti come Spectrograph, Petrolio, Stromboli e Phiorio.

Scoprire nuovi talenti è sempre stata la mia più grande passione. Quando mi sono trasferita a Londra ho iniziato a collaborare come A&R scout per una label molto conosciuta nel panorama indie. Quell’esperienza mi ha permesso di conoscere innumerevoli talenti emergenti e di instaurare un rapporto diretto con loro. Molti artisti come i KYB hanno continuato a scrivermi quando avevano qualcosa di pronto. È quindi stato inevitabile creare una label mia. Poi quando ai KYB sono seguiti altri progetti Rebecca è entrata ad aiutarmi portando la sua competenza e immenso contributo in project management, PR e social media management, nonché la sua passione genuina per la musica indipendente.

Ci racconti come hai scelto il nome dell’etichetta e cosa vuole significare. 

Alessandra: Per la label volevo un nome che evocasse qualcosa di oscuro e inquietante come la musica che la label rilascia. Depths invoca gli abissi, l’inconscio, l’ignoto ed è anche una parola che appare in Shadowplay, una delle mie canzoni preferite dei Joy Division.

Qual è il disco prodotto al quale ti senti più legata e perché. 

Alessandra: Elizabeth, la prima creatura di Depths e l’unica al momento in formato fisico.
Rebecca: Club Atletico di Petrolio, il primo EP su cui ho lavorato con Alessandra che è stato un vero e proprio battesimo nell’oscurità.

Un artista che ti piacerebbe produrre. 

Alessandra: più che artisti nello specifico mi piace pensare ai generi musicali. Dopo il post-punk dei KYB, gli Spectrograph hanno aperto il varco a sonorità industrial ed elettroniche che mi piacerebbe continuare ad esplorare, sempre sotto il comun denominatore di un sound oscuro. Il mio motto è “go with the flow” e nella musica per me significa imbattermi e tuffarmi in un progetto che mi colpisca e faccia perdere la testa, indipendentemente da piani ed aspettative. Per cui non nego che potremmo sorprendervi con una release post-punk, come ai vecchi tempi!

Rebecca: proseguendo sull’onda dei generi, l’elettronica, insieme alla dark wave e al post-punk, sono sempre di forte esplorazione e quelli che ho trovato di maggiore innovazione negli ultimi anni.

In questo periodo storico è meglio spingere il formato digitale o rivolgersi a una nicchia che acquista i formati fisici pur sapendo di non ottenere un grande ritorno economico?

Alessandra: Dipende da tante cose, non credo ci sia una regola che possa essere applicata universalmente a tutti, ma credo che dipenda da una molteplicità di variabili, come per esempio il genere musicale e l’obiettivo della label. Nel panorama industrial, neofolk et similia molte label hanno deciso di non declinarsi al mondo digitale e rilasciano album solo in formato fisico per un’audience di autentici fan collezionisti e “feticisti” del supporto fisico e del merch in generale perché l’obiettivo è spesso quello di creare qualcosa di unico e irriproducibile, promuovere l’album nella sua interezza e nella sua contestualizzazione nella storia e nell’evoluzione di una band, rinnegando il digitale che l’antitesi di tutto ciò. Come appassionata di musica ho fatto parte di questa categoria per molti anni e mi ritengo lontana anni luce dalla trend lanciato dal mondo digitale di ascoltare  una singola traccia senza collocarla nel contesto di un album, una discografia e una famiglia di altre band appartenenti alla medesima label, per cui appoggio e rispetto appieno l’etica delle label che continuano ad andare per questa strada e a rilasciare musica solo in formato fisico. Successivamente, però, ho iniziato a rendermi conto dell’immenso potenziale delle piattaforme di streaming, soprattutto come fonte da non sottovalutare per la scoperta di nuova musica, assieme ai metodi classici come i suggerimenti del tuo negozio di dischi di fiducia, riviste musicali, radio ecc. Sono del parere che oggi il formato digitale aiuti label e artisti a raggiungere nuove e piu giovani fan che possono comunque essere poi convertiti al formato fisico. Non dimentichiamo che proprio l’eccessiva consumption di musica su formato digitale, registrata dall’inizio degli anni 2000, ha paradossalmente, ma inevitabilmente, portato a un aumento delle vendite del formato fisico negli ultimi anni, in particolare CD e vinile, nonché al ritorno della cassetta.

Rebecca: Penso che la passione per la musica e per la sua evoluzione porti inevitabilmente a esplorarne anche tutte le modalità di fruizione. Il formato fisico rimane indubbiamente un momento di completa dedizione che rendi al lavoro di artisti e rispettivi team.

Progetti per il futuro.

Alessandra: Al momento siamo focalizzate su una nuova uscita per Phiorio, una remix version del suo album uscito The Perpetual Self Doubt uscito a Dicembre 2023. La release è programmata per Luglio. Non abbiamo una schedule, preferiamo lunghi silenzi sulla label e rilasciare musica di un nuovo o vecchio progetto di cui c’innamoriamo, anziche fare “piani quinquennali” e finire col rilasciare musica che non ci convince al 1000%, giusto per restare al passo con le dinamiche e tempistiche attuali della music industry. Depths resta fedele all’obiettivo dei suoi primissimi giorni di vita: scoprire, coltivare e dare visibilità ad artisti e progetti di cui ci innamoriamo e in cui crediamo, offrire loro guidance su tutti gli aspetti della release con l’obiettivo e la speranza che sia un passaggio che permetta loro un sostanziale passo in avanti nel loro percorso. Al momento continuiamo a cercare nuovi artisti che possano essere un good match per il sound oscuro con cui ci piace lavorare, per cui approfitto di quest’occasione per invitare band e artisti a contattarci se cercano una label!

Rebecca: Quality over quantity – vogliamo continuare a dedicarci con testa e cuore ad artistə e release. Estendo l’invito di Ale soprattutto alle artiste!

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Appuntamento al prossimo numero di Rapide!

Contaminati.


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