Repetita Iuvant: bene ma non benissimo
Il tre è una costante per i Repetita Iuvant, tre come i componenti della band: Andrea Testa (batteria), Cristoforo Da Costa (chitarra) e Daniele Isetta (chitarra). Tre come il titolo della loro prima esperienza discografica, tre come le tracce dell’Ep.
Il trio spezzino si è presentato al pubblico con il video di Gusev, prima traccia di 3, l’Ep in uscita il 27 novembre per l’etichetta/collettivo Loudnessy Sonic Dream in formato cassetta con un artwork firmato dall’artista Brucio.
Da quella traccia già si percepivano tutte le influenze dei Repetita Iuvant, God is an Astronaut, Mogwai e Sonic Youth in primis, poi confermate dall’ascolto di 3.
Gusev è intensa e suggestiva, con le chitarre che giocano tra armonie e pulsazioni, una delicata dolcezza notturna tra momenti melodici e fragorose esplosioni, con i classici cambi di dinamica dettati dalle caratteristiche del post-rock.
Montalto è una strumentale dal ritmo lento, dal mood struggente. La seconda traccia riprende a pieno la struttura classica del post-rock (arpeggi, ripetizioni e climax)con le chitarre sempre ben in evidenza e una sezione ritmica compatta e precisa.
Più vicina ai Sonic Youth che al post-rock, Sapradi è l’episodio migliore tra i tre, quello più personale. Un tappeto sonoro che nasce dall’improvvisazione, la chitarra distorta si staglia su una percussività ossessiva, il tutto converge in un fluire disarmonico che potrebbe essere frutto di una jam acida. Sicuramente il punto di partenza per il futuro.
I Repetita Iuvant hanno tutto il tempo davanti per sviluppare delle proprie caratteristiche compositive, senza cadere nei cliché del post rock e diventare il clone dei già sopraccitati gruppi. Dalla loro hanno tutte le caratteristiche per fare bene, 3 è un lavoro che si fa ascoltare, ma è solamente il primo passo prima di dare alle stampe un album che potrà essere ricordato. Il trio ha le carte in regola per continuare a lavorare e ottenere uno spazio meritato nella scena post rock italiana e perché no, mondiale.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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