I Requiem lottano contro i propri demoni
I Requiem sono un trio di Washington composto da Doug Kallmeyer (musicista e ingegnere del suono di lunga data dei Blonde Redhead), il chitarrista Tristan Welch e la visual artist Monica Stroik.
Dopo una serie di EP e mini-album, i tre esordiscono con POPulist Agendas, rilasciato l’11 agosto via Mutineer Records, un album caratterizzato da paesaggi sonori pesanti, profondi bassi sintetici e ritmi elettronici in grado di gettare un ponte tra sensibilità pop, post-rock e ambient.
Tired, Hot and Bothered, il singolo che apre il disco è caratterizzato da una trama ipnotica di droni atmosferici realizzati con la chitarra accompagnata da una fitta ritmica dall’effetto catartico. A completare il brano ci pensa la sezione ambient che infonde un profondo senso di libertà emotiva grazie alla sua lenta costruzione tutta in crescendo.
Suddenly I Have A Dreadful Urge To Be Happy è retta dai riff di chitarre decisamente post rock e dai synth di stampo melodico. Il brano ha un impatto e una rotondità strutturale tali da far pensare di aver a che fare con una band navigata, al pari delle grandi istituzioni post-rock del calibro dei Mogwai.
La trama notturna di I Can’t Help But Feel I’m Starting to Lose the War vibra di dolore irrisolto: la quarta traccia inizia calma prima di crescere fino a diventare un denso muro di chitarre e droni con la batteria che naviga sotto le vorticose melodie dei sintetizzatori.
Nei sei minuti di Deadwood Tristan esprime tutto il dolore per la morte della madre: le ipnotiche melodie dei sintetizzatori combinate con i suoni circolari della chitarra danno una sensazione di restare a mezz’aria mentre lentamente l’angoscia ci riporta a terra.
POPulist Agendas è un lavoro che trasuda dolore da ogni poro: un recente divorzio, il recupero dalla dipendenza, la lunga ombra della morte della madre di Tristan prima segnano la realizzazione dell’album. Per questo motivo la musica del trio che si allontana dal post-rock più canonico grazie ad un sound impreziosito da elementi elettronici ed ambient, si rivela un ottimo rimedio contro i propri demoni.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
Commenti recenti