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Aegis of Silence: il caldo ambient di Rhubiqs

Se è vero che le etichette non hanno più un’identità forte come una volta, fortunatamente non mancano eccezioni soprattutto fra quelle piccole e indipendenti. Prendiamo la Affin di Joachim Spieth, ad esempio. Basta sfogliarne il catalogo e ascoltare una manciata di dischi per tracciare una traiettoria precisa della proposta: innanzitutto elettronica, spesso declinata in chiave ambient, ma anche echi post-rock e tappeti di droni.

Tutte caratteristiche che rispecchiano anche l’ultima uscita dell’etichetta tedesca, Aegis of Silence, fuori il 6 dicembre 2024, ultima fatica di Rhuqibs, alter ego di Tom Squires. Il musicista londinese viene da una formazione musicale di matrice post-rock, come testimonia il suo progetto Transatlantic Alliance, e anche il suo album Migratory Paths (2020) metteva in mostra le strutture canoniche del post-rock riletto in chiave ambient.

Elementi che non scompaiono completamente nel nuovo Aegis of Silence, ma che hanno principalmente una funzione di accompagnamento ad un’elettronica calda e avvolgente, capace di cambiare colore (e umore) pezzo dopo pezzo. Se A Rusty Overture sembra essere la classica opening track di un disco ambient, già la successiva Sleep // Forget (in feat. con Robert Farrugia) inizia a disegnare traiettorie immaginifiche la cui forma verrà perfezionata ulteriormente in Void Resonance.

C’è un fascino oscuro ad avvolgere i nove brani del disco, concepiti quasi come un unico flusso sonoro, eppure allo stesso tempo si respira un’aria di umanità che allontana ogni forma di freddezza. La lunga Mistral, ad esempio, forse il momento più post-rock del disco almeno per struttura, pur avendo la forma di una lenta e dolente elegia, riesce a trasmettere emozioni che allontanano il rischio di asetticità presente in tanti dischi ambient. Colpisce l’incursione nella classica degli archi di Hope’s Canvas, ma forse il picco del disco arriva nel finale con Amongst the Gods II, in collaborazione con gli Oldernar, in cui field recordings, registrazioni radiofoniche e tappeti elettronici permeano l’atmosfera di lontani ricordi e tempi dimenticati.

Pur non inventando nulla, Aegis of Silence è un lavoro riuscito che farà felice chi apprezza l’Affin-sound prima descritto. Il merito di Rhuqibs sta nel non aver creato un fac simile, ma ha dato un’impronta personale anche in un territorio complesso come quello su cui si muove la sua musica.



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