A quasi un anno dall’uscita di Calibrate, Ricardo Donoso prova ad aggiustare il tiro con Re_Calibrate, che porta le esplorazioni musicali del compositore brasiliano in territori ancora più estremi ed inesplorati
A quasi un anno dall’uscita di Calibrate, Ricardo Donoso prova ad aggiustare il tiro con Re_Calibrate, una sorta di disco di accompagnamento della sua precedente opera, che porta le esplorazioni musicali del compositore brasiliano in territori ancora più estremi ed inesplorati. Il senso di profonda instabilità che l’album del 2018 era in grado di trasmettere si è tutt’altro che dissipato, ha acquisito volti nuovi e forme ancora più bizzarre. In Re_Calibrate sfilano con apparente disinvoltura strane chimere, in parte elettronica e in parte ambient, con volti industrial e corpi trip hop, mentre Donoso dirige con apparente disinvoltura l’affascinante circo di stranezze musicali.
L’apertura della prima traccia suona quasi come un reboot, un crescendo di suoni che ricordano l’avviamento di una enorme macchina. Sullo sfondo di un ronzio si insinuano dei suoni naturali: vento, gocce di pioggia, frinire di grilli, come se il grande marchingegno edificato da Donoso un anno prima avesse deliberatamente avviato una sequenza di auto-distruzione, lasciando uno spazio vuoto e primordiale da cui ripartire. Ed ecco che da dietro la collina sorgono piccoli droni da costruzione, che alla spicciolata cominciano a ricostruire, a colpi di synth, le indecifrabili architetture sonore proprie del compositore brasiliano.
Il lavoro procede spedito, così rapidamente che già dalla seconda traccia in poi sembra sparire tutto ciò che di naturale era stato infilato da Donoso nei primi cinque minuti. Prevention and Control si apre con tre colpi di cannone, poi parte la parata degli androidi e delle macchine ad orologeria. Versi di animali digitali, gorgoglii, strappi, ticchettii, esplosioni. Sembra quasi di stare su un palchetto a bordo strada, ad osservare una sfilata di mostruosità artificiali, in un tripudio di cavi, ingranaggi, giunture e display.
A partire da Forced Perspective gli orizzonti si fanno sempre più cupi e fantascientifici, mentre si susseguono suggestioni industriali, ispirazioni kraut (Running Counter To), strizzate d’occhio al Bristol Sound (A Hostage of the Past, Vacuum Chamber) e trame noise da colonna sonora (Vacuum Chamber, Alien in Fetu). L’apprendista stregone Donoso gestisce le sue creature con maestria, senza lasciarsi mai sopraffare dalla sua stessa sperimentazione, comunica idee coerenti e crea un’esperienza di ascolto divertente e interessante.
Se questo album rappresenta realmente il secondo tentativo di Donoso di calibrare la sua traiettoria artistica su rotte già tracciate, allora la speranza è che continui a fallire. La sua musica ha il grande pregio di essere una massa informe, fluida, che cambia continuamente e si adatta allo spazio circostante, pur mantenendo alcune caratteristiche di fondo ben definite. Calibrate era un esperimento, e come tale era composto prevalentemente di materiale grezzo, a tratti quasi brutale; Re_Calibrate, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è un Lp gregario o la ridondante appendice del lavoro precedente, ma un’opera evoluta, dinamica e originale, che spicca e si distingue con personalità nel mare magnum della moderna elettronica di consumo.
Troppo scoordinato per essere un musicista, troppo stonato per cantare, troppo povero per fare il produttore, sin dalla tenera età si decide a stare dal lato più affollato dei concerti (con l’eccezione di quelli di Bruce Springsteen, dove contare i membri della band è un’impresa). Cresciuto a pane e blues (a volte solo il secondo), dimostra sin da subito una straordinaria abilità nel ricordare a memoria i testi delle canzoni, il che purtroppo non gli è stato di nessun aiuto durante gli anni della scuola. Laureatosi con disonore nel 2015 in Giurisprudenza, oggi è avvocato, progettista, grafico, artigiano del cuoio, il tutto disponendo comunque della classica dotazione di due arti per lato del corpo, una coppia di orecchie ed un’unica, del tutto ordinaria massa cerebrale.
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