Roberto Fega parla attraverso i suoni
Composto tra Agosto 2018 e Gennaio 2019, Echoes From The Planet è il nuovo lavoro di Roberto Fega, pubblicato nel Luglio 2019 da Setola di Maiale.
Il musicista nativo di Formia, da sempre attivo nella ricerca di nuove forme artistiche espressive, ha fatto parte di formazioni quali Cervello A Sonagli, Circ.a, e attualmente di Iato e Ixem, oltre ad essere membro del trio di improvvisazione elettronica e elettro-acustico Taxonomy con Elio Martusciello e Graziano Lella.
Innumerevoli le sue collaborazioni: Fega suona il sax tenore / soprano, clarinetto basso e campionatori.
Echoes From The Planet è un album complesso nato dal condivisibile scoraggiamento del musicista in seguito ai fatti connessi alla tragedia dell’immigrazione e dei suoi morti in mare. Viene implicitamente denunciata la squallida gestione politica del problema – un discorso lungo e doloroso, per nulla semplificabile – che dovrebbe in ogni caso riconoscere i diritti umani come base per qualsiasi provvedimento e azione politica.
Sebbene la divulgazione della Musica Colta, quale la musica acusmatica, in Italia sia ancora un miraggio, questa nuova frontiera è ben rappresentata dai musicisti italiani come Fega che col suo album lascia “all’udito la totale responsabilità di una percezione che normalmente si appoggia ad altre testimonianze sensibili” citando il compositore francese Pierre Schaffer nel suo Traité des objets musicaux.
È proprio dietro le nove tracce del disco che attraverso l’utilizzo dei suoni si cela un messaggio profondo.
Rumori, modulazioni, ma soprattutto sample e field recordings già dalla prima traccia, 8 August 1956 – 18 April 2015, vengono utilizzati da Fega per narrare la sua indignazione verso la tragedia dell’immigrazione e dei morti in mare. I suoni metallici si agitano creando tensione tramite l’intervento del musicista che si avvale di sequenze elettroniche e campioni vocali per elaborare progressivamente la sua opera.
In Anthropocene i suoni si fanno pulsanti e stratificati con Fega che li plasma a suo piacimento come se suonasse libero da qualsiasi vincolo e struttura. I suoi squarci sonori sono paragonabili ai tagli di Lucio Fontana e, come nel caso del pittore italiano i tagli venivano letti come metafore, così le increspature elettroniche (riproposte anche nella seguente Gender Revolution In Rojava) possono essere analizzate come la metafora della ferita della nostra società: ferita provocata appunto dalle tragiche morti in mare.
Più esplicite sono le armonie di Rome 24 August 2018 più vicina ad Aphex Twin e Autechre piuttosto che a Schaeffer, nonostante ciò le composizioni di Fega risuonano in modo tale da riconoscere sempre il contenuto semantico delle sue opere.
Interessante il lavoro di incastri tra parte ritmica e field recordings in Extinctions che danno un connotato atmosferico alla traccia colorata dai synth in costante evoluzione.
Echoes From The Planet è un album che necessita di attenzione, ricco di passaggi diversi frutto di improvvisazione e utilizzo di differenti tecniche. Nonostante la complessità sonora e il forte messaggio, il disco è fresco ed attuale, con la peculiarità di non risultare pesante e poco fruibile, ma soprattutto realizzato in modo da potersi incastrare con altre forme artistiche.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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