L’amore di Fega per la musica etnica
Roberto Fega è un musicista autentico e innovativo, costantemente impegnato in esperienze artistiche caratterizzate da una profonda ricerca. La sua sensibilità gli consente di assorbire influenze da diversi ambiti musicali, dal jazz all’elettroacustica. Il suo ultimo album, Playing The Folk, pubblicato dalla label Setola di Maiale, rappresenta un affascinante e originale viaggio sonoro.
Questo lavoro nasce dall’amore di Fega per la musica etnica, che lo ha spinto a decostruire temi e canzoni appartenenti a questa tradizione, così come a quella popolare.
Undici tracce, caratterizzate da ritmi fluidi e poliritmi, danno vita a un percorso intricato e affascinante, in continua evoluzione, offrendo un’esperienza sonora unica.
In apertura, Gaza Kids con Valerio Mileto all’oud è una traccia che fonde texture elettroniche con le melodie destrutturate del cordofono. Questo brano combina suoni scoppiettanti e voci sparse, creando un’atmosfera tumultuosa. Il risultato è un caos distorto, un’istantanea di un’esperienza che sembra fuori controllo.
Oriental Sunrise è una composizione avvolgente, che si sviluppa attorno alle armonie del sax tenore di Federico Pascucci. Man mano che la traccia progredisce, le sonorità si fanno sempre più sintetizzate, creando un’esperienza immersiva in cui la fusione di elementi musicali la rende straordinariamente affascinante e in grado di stupire l’ascoltatore.
Accents è una composizione audace e pulsante, che unisce l’oud e l’elettronica in un dialogo ossessivo e coinvolgente. Questa formula, dal potente impatto sonoro, si evolve in un susseguirsi di ronzii, voci modulate e impulsi elettronici altamente imprevedibili, culminando in un finale ambizioso e profondamente sperimentale.
Wind è un paesaggio sonoro rarefatto in cui si manifesta il suono del ney turco di Mübin Dünen. Questa composizione si presenta come una preghiera avanguardista, caratterizzata da frequenze radio che trasformano e amplificano l’espressività della voce di Dünen.
Playing The Folk è l’album più inquieto di Roberto Fega, un’opera avventurosa, appassionata e altamente originale che fonde jazz, hip-hop, elettronica e tradizioni ritmiche globali, creando un’esperienza musicale unica e coinvolgente.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.