Robin Saville e l’interazione con la natura
Documentare la natura attraverso i suoni, con questa pratica Robin Saville celebra i luoghi che l’uomo sta distruggendo. Dotato di un microfono e di un dispositivo di registrazione, Saville cattura i suoni naturali durante le sue passeggiate, utilizzando queste registrazioni come base per le sue composizioni. Nasce così Lore, il nuovo album per l’ex Isan, pubblicato il 23 giugno da Morr Music.
Questo lavoro trova nella melodia un vero punto di forza, senza mai accantonare i ritmi sostenuti. Muovendosi tra luce e oscurità, Lore è caratterizzato da una malinconia sempre presente per la minacciosa perdita di spazi vitali e da una celebrazione della loro bellezza. Questa simultaneità trasforma i brani in meditazioni esistenziali sul nostro habitat umano.
In apertura Judith Avenue è il chiaro esempio di come Saville combini un’affascinante gamma di musica elettronica, morbidi rintocchi di kalimba e field recordings. Il romanticismo dei suoni degli usignoli al crepuscolo trova nelle delicate linee di sintetizzatori un matrimonio perfetto, ne viene fuori una traccia armoniosa, una stupefacente meditazione minimalista.
A seguire Beltane mantiene la cifra stilistica intimista della prima traccia. Un’elettronica organica basata sui loop di kalimba e un colorato caleidoscopio di suoni naturali, il tutto tenuto insieme dagli strati di sintetizzatori che sorreggono la struttura del brano.
Con Theberton Public Road No1 Saville crea un mantra ipnotico di percussioni e field recordings. Tra i momenti più zen di tutto l’album in grado di trasmettere pace e tranquillità a chi lo ascolta.
In chiusura Belfry è una canzone synth pop che vede la natura dialogare con i pattern elettronici creando un momento vivido e giocoso che fa tornare alla mente la musica dei The Notwist.
Lore è un’allegoria musicale della nostra situazione attuale, un album che nasce dall’interazione tra Robin Saville con la natura.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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