Break Me Open: S. Carey racconta la sua vita
Il curriculum di S. Carey è di quelli che fanno invidia: oltre alla partecipazione nel capolavoro Carrie & Lowell di Sufjan Stevens, vanta una collaborazione decennale con i Bon Iver, in cui ricopre il ruolo di batterista e corista ed è considerabile l’unico membro stabile, oltre, ovviamente, a Justin Vernon.
Ma guai a ritenere Carey un semplice tuttofare. Infatti, il musicista statunitense porta avanti una carriera solista che va avanti da oltre dieci anni, dal debutto, acerbo ma interessante, All We Grow (2010). Da allora il Nostro ha affinato ulteriormente la scrittura e la composizione, giungendo al suo quarto album, Break Me Open, in uscita il 22 aprile 2022 per Jagjaguwar, in cui è il suo vissuto ad emergere nettamente.
Per quanto le coordinate siano ancora quelle dell’indie folk, Break Me Open è il suo album che più di tutti respira come un disco di Bon Iver, evidenziando quanto il ruolo di Carey sia fondamentale in quel progetto e non marginale. Anzi, non mancano alcuni brani che lo stesso Vernon potrebbe invidiare, come il brano d’apertura Dark.
D’altra parte, questo avvicinamento comporta anche una maggior attenzione verso l’ambient pop, già presente nei capitoli precedenti ma mai in modo così evidente, come dimostra l’algida hyper-ballad Starless o Sunshower, un pezzo che trasuda Sufjan Stevens da ogni poro, sia nelle aperture orchestrali che nelle trame vocali eteree.
Break Me Open non sarà un disco innovativo, ma sarebbe sicuramente un errore catalogarlo come un Bon Iver di serie B. Anzi, per quanto le similitudini siano evidenti, ad emergere è l’indiscutibile bravura di S. Carey, che dimostra pienamente tutte le sue qualità: un buon gusto, una scrittura efficace ed una propensione naturale verso la ricerca melodica. Qualche calo fisiologico nella seconda parte non permette all’album di raggiungere le vette sperate, ma Break Me Open rimane il miglior album uscito a nome di Carey.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
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