Il mosaico sonoro di Sacrobosco
A distanza di sei mesi dall’uscita di IVXVI, Giacomo Giunchedi in arte Sacrobosco rilascia per Trovarobato IVXVI, album speculare e gemello del disco precedente. Questo secondo capitolo riconferma il suo approccio genuino e raffinato verso l’universo ambient-IDM.
IXVXI è costituito da otto tracce nelle quali si concentrano atmosfere dreamy al limite dello shoegaze, paesaggi sonori immaginari dipinti a suon di beat in continua evoluzione o ripiegati su sé stessi in loop ipnotici, campionamenti di vecchi brani jazz alchemicamente trasformati in suoni irriconoscibili fino a divenire portatori di umori e suggestioni musicali appartenenti a tutt’altre galassie.
IXVXI è aperto da Heat, un brano stratificato caratterizzato dal campionamento di strumenti a corde di origine mediorientale che guidano le melodie della prima parte. Nella seconda la traccia si apre a sonorità acide e frenetiche, cassa dritta di derivazione techno che si trascina con sé gli avvolgenti sintetizzatori.
A seguire Peculiar verte su strutture sonore ispirate, sottili e imprevedibili, disegnate dal basso e dalla chitarra, mentre ai sintetizzatori va il compito di ridefinire il brano e dargli colore.
Higher è il cuore pulsante dell’album, un brano che poggia su un campionamento tratto da Skating In Central Park di Bill Evans e Jim Hall. Una composizione jazz-hop futurista dall’afflato soul, ricamata da linee di piano elettrico affogate in delay e riverberi in quella che si rivela un’ibridazione coraggiosa e coerente.
Resistance è una traccia legata ad una tavolozza di sintetizzatori balbettanti, ritmi sparsi e svolazzi riverberanti che si articolano in un graduale crescendo. Se nelle tracce precedenti era forte il richiamo ad Apparat, nella sesta traccia emerge prepotentemente il richiamo a Rival Consoles.
In chiusura Sic si regge su un campionamento tratto da Face di Coby Sey, che viene come di consueto stretchato e trasformato nello strumento portante attorno cui elaborare l’intera struttura.
IXVXI è un’opera matura e pregna di spunti interessanti, un mosaico sonoro creato attraverso un intrepido gioco di combinazioni diverse.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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