Saele Valese sperimenta nuove forme di dialogo
Esordio su NOTON per il sound-artist e produttore bernese di origine italiana Saele Valese. IVIC, questo il titolo dell’album, è uscito il 5 febbraio 2021 per l’etichetta discografica di Alva Noto (Carsten Nicolai) ed è stato registrato in presa diretta come se fosse una session dal vivo, senza nessuna modifica.
Undici tracce i cui titoli citano le opere della fotografa americana Francesca Woodman e la poetessa Sylvia Plath che si muovono tra elettronica, elettroacustica, esperimenti tonali ronzanti e ritmi minimalisti.
L’opener In Your Rosary 1 sembra avere la forma di un’istallazione sonora con la sua trama minimalista e una base ritmica dilatata dal freddo rigore. Con You Cannot See Me From Where I Look At Myself 1 e 2 Valese manipola frammenti audio per ottenere un suono monolitico, ne scaturiscono immagini in grado di rappresentare la spazialità che la musica del produttore richiama. Un flusso di droni s’intersecano al fine di riempire lo spazio e creare un’atmosfera tetra e spettrale. You Cannot See Me From Where I Look At Myself 4 si distingue per la sua ritmica profonda che verte su pochi elementi che vanno ad incastrarsi con gli elementi binari costantemente assemblati per esaltare la carica sonica della traccia.
Horse The Color Of Rust 1 dai toni duri e ruvidi, spicca per la sua tensione elettrica, un tumulto di oscillazioni microtonali che lentamente tendono ad eclissarsi nel silenzio. Horse The Color Of Rust 3 è un mix di suoni materici e post industriali modulati fino ad ottenere un flusso denso e rarefatto che gioca con i contrasti tra le pulsazioni martellanti e i silenzi.
IVIC è un lavoro sofisticato, un contrasto affascinante tra geometrie fluttuanti e suggestivi paesaggi sonori con i quali Valese sperimenta nuove forme di dialogo. Il design di questi undici pezzi è qualcosa di meraviglioso, arrangiati in maniera intricata per quelli che sono degli esperimenti registrati senza apportare successive modifiche alle tracce.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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