Saffronkeira + Siavash Amini: i ricordi diventano musica
«La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla» (Gabriel García Márquez). Lo sanno bene Eugenio Caria alias Saffronkeira e Siavash Amini. I due ricercatori sonori attraverso l’uso del suono hanno aperto le porte dei ricordi, sovrapponendoli l’uno all’altro dando vita a The Faded Orbit.
Il frutto della collaborazione tra il ricercatore sonoro sardo e il compositore di Teheran ha visto la luce il 24 settembre per Denovali Records ed è il racconto di una storia mai accaduta: ogni suono diventa così un frammento che va a comporre quel falso ricordo, costruendo la narrazione da diversi punti di vista.
I suoni dell’album oscillano, fluttuano e si adattano all’ambiente circostante,con Saffronkeira e Amini impegnati a plasmare sei paesaggi sonori che si collocano tra il dark ambient e il sound design.
L’album si apre in maniera timida con A Lambent Assembly: i synth cupi oscillano su un tappeto di droni atmosferici scavando nella memoria dell’ascoltatore come un dolce ricordo. Quando il ricordo diventa più vivido la musica comincia ad incresparsi preparando l’ascoltatore alle emozioni devastanti di Concave.
La seconda traccia vive di piccoli impulsi, feedback e basse frequenze. Messe insieme contribuiscono a creare una trama tenebrosa e inquietante che pone l’ascoltatore davanti al proprio passato.
Emanation nasce dalla stratificazione di droni al fine di dare forma a una composizione ariosa e imponente. Dopo un inizio distorto e rumoroso, Kernel si apre a una massa armonica nascosta dai droni in un lento crescendo che porta a un suono denso dai contorni sognanti, libero di fluire al di là dello spazio e del tempo.
In chiusura i quasi dieci minuti di Sanguineus sono un’ode alle timbriche dei synth carichi di riverberi, un insieme di microcosmi generati dalla sintesi granulare si muovono all’unisono fino a rendere il suono della strumentale ipnotico e dalla facile presa mentale.
The Faded Orbit è un album che fa leva sui ricordi e come tali non sarà dimenticato facilmente, ma si candida ad essere un ascolto durevole nei mesi a seguire.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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