Il biglietto da visita dei Sanctuary
Sanctuary è un collettivo di Los Angeles di compositori e arti visive al debutto su Safari Riot con due Ep, Sanctuary, Vol. 1 e Sanctuary, Vol. 2.
La loro musica è un mix di elementi orchestrali ed emotivi che prendono tanto dall’ambient quanto dalla classica moderna, il risultato è a volte intimo, a volte epico.
Sanctuary accarezza temi oscuri con intense polaroid checonducono gli ascoltatori ad unirsi a loro in un viaggio interiore lungo dodici tracce, sei per Ep.
Vol .1 è stato realizzato dal compositore colombiano Jose A. Parody con il contributo di Grayson Sanders, i due offrono un’esperienza profonda, quasi mistica, come si evince già dalla prima traccia Truth. Il primo brano mette insieme linguaggi diversi creando un ambiente sonoro da un tappeto ambient con l’interazione di un coro e di un organo registrato dal vivo per avvolgere la composizione di un alone sacro. Già dalle prime note di Masks con le sue partiture orchestrali e la voce naturale e rilassata di Earth to Jordi viene in mente Antony And The Johnsons. Una narrazione poetica composta da fragili melodie in grado di creare un mondo immersivo.
In chiusura Rifts è stato il primo singolo del collettivo, un sontuoso e contemplativo brano di musica classica contemporanea alla Philip Glass.
In Vol. 2 si mette in evidenza il produttore-compositore Leviticus Penner con la sua sperimentazione basata su suoni organici, ritmi tribali e musica ambient per un’esperienza intima e contemplativa. In apertura Mendacious nasce dal connubio tra musica classica e ambient impreziosita da una ritmica minimalista che contribuisce a dare brio alla narrazione.
Con Smoke in the Halls Leviticus Penner intreccia delicatamente partiture d’archi con field recording per dar vita ad un ambiente sonoro dal carattere cinematografico. Il finale affidato a Toska conclude con delicatezza il secondo capitolo caratterizzato da un senso di tepore, di distensione e di pace.
Concludendo i due Ep mostrano facce diverse di una stessa medaglia, un ottimo biglietto da visita per il collettivo dei Sanctuary, delicati motivi orchestrali si fondono con l’ambient creando un flusso narrativo intimo e contemplativo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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