Primi spiragli di luce nel cupo mondo di Sangam
Rest Assured è la seconda uscita di Sangam per l’etichetta Decaying Spheres. L’album che segna il ritorno per l’artista di Manchester immerge l’ascoltatore in un mondo ombroso, formato da paesaggi sonori torbidi, pieni di echi euforici e con una predilezione per le melodie forvianti.
Questo nuovo lavoro discografico è un affascinante viaggio attraverso escursioni guidate da synth e cupi soundscape, con il suo cuore che giace in un nucleo tremante e carico di emozioni che combina perfettamente elementi postmoderni con abbondanti melodie.
Nelle dieci tracci di Rest Assured, Sangam combina un senso d’indifferenza postmoderna con una vasta gamma di emozioni che danno un taglio netto con la fredda distopia esplorata nei lavori precedenti.
L’album si apre con le sonorità dilatate e fluttuanti di Year 2023, un inizio inquieto affidato ad una cascata di droni che vanno a formare il tappeto sul quale i synth daranno vita ad un gioco di luci e ombre. Un brano cupo ma che fa trapelare i primi spiragli di speranza.
Predicted Scape si presenta come un momento contemplativo smorzato dagli strazianti campioni vocali che vanno a dare dinamicità alla pioggia di synth e droni, arricchendo ulteriormente la conoscenza e il contributo di Sangam al suono post-dubstep britannico.
A seguire la title track è pervasa da una base di malinconia. La quarta traccia è composta da profonde onde che oscillano tra linee di synth che cadono a goccia dando movimento alla composizione. Con questo brano Sangam ricrea una discesa negli abissi, un paesaggio sonoro profondo e rilassante con l’ascoltatore avvolto da quel senso di vastità dato dall’esplorazione di un ambient cupo, sconosciuto e tutto da scoprire.
Brani come Distant Embers emergono dall’oscurità con archi gotici e profonde modulazioni lasciando affiorare i primi spiragli di luce nel mondo cupo di Sangam che si conferma tra i migliori produttori inglesi di musica elettronica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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