Sarah Stride: l’incanto di quando si legge una poesia immortale
A distanza di circa un anno dall’esordio con il suo primo EP Schianto, Sarah Stride pubblica l’album Prima che gli assassini con l’etichetta I Distratti, mescolando sonorità rock ed elettro con suoni orientaleggianti, mediterranee o di impronta tribale africana. Ma non è solo la musica ad essere trattata con importanza in questo record: essa è accompagnata da testi poetici ed intimi, simbolici e psicologici che, come una lente di ingrandimento, ci permettono di osservare meglio le realtà sociali.
Il genere umano è protagonista. Questa prospettiva generale potrebbe far pensare ad un miscuglio di generi e tematiche, ma non è così, è necessario cimentarsi nell’ascolto più di una volta per poter valutare al meglio questo lavoro. Il quadro generale è una mescolanza dotata di alchimia che risulta abbastanza efficace, anche al di là del gusto soggettivo. Nell’album abbiamo un variare sui toni vocali così come con suoni e i ritmi, da serrati e ipnotici a cullanti melodie. Prima che gli assassini è un climax musicale che si apre pian piano: un album che lancia definitivamente l’artista milanese nel limbo di quelle creature speciali che si fanno fatica a descrivere e spesso si sbaglia a catalogare. Prima Che Gli Assassini riparte dai pezzi di Schianto e vi aggiunge un omaggio a Franco Battiato (La Torre) e sei inediti tra cui un singolo spaziale come I Pensieri Assassini e la stupenda Divagare. Al fianco di Sarah Stride troviamo Kole Laca (Il Teatro Degli Orrori), Manuele Fusaroli (Ginevra Di Marco) e Alberto Turra, oltre a Simona Angioni che assieme a lei ha scritto le liriche. I suoni ricordano quelli del trip hop anni ‘90 dei Massive Attack e l’atmosfera a tratti gelida (come se si trattasse di un album darkwave) riesce a dare, anche quando il contenuto si fa oscuro e nevrotico, l’impressione che ci sia sempre un potere più forte pronto a salvarci. Altri momenti chiave sono L’Uomo D’Oro, con un arrangiamento più ispirato da archi e dal sapore nordico, e Un Esercito, capolavoro in cui la voce diviene strumento per trasportarci in un’altra dimensione.
In conclusione, tutti coloro che ascolteranno questo disco potranno notare la classe propria di questa artista, che incanta gli ascoltatori come quando si legge una poesia immortale o si osserva un dipinto in grado di catturare i sensi.
Mi chiamo Elena, sono una studentessa dell’Università di Bologna da sempre appassionata di musica. Da quando mi sono trasferita ho iniziato a frequentare il Covo Club diventando quasi un membro onorario e ciò mi ha dato la possibilità di conoscere nuove band e approfondire il mio interesse verso quelle che ascolto da sempre. Principalmente interessata di indie/britpop, shoegaze/dreampop e cresciuta con gli Arctic Monkeys sono stata a numerosi concerti, dai “big names” come Kasabian, Libertines, Black Keys, Paolo Nutini, Florence + The Machine, The Wombats, Biffy Clyro, Pixies, Queens Of The Stone Age, passando per gli italiani Verdena, Giorgio Poi, Colombre, Dunk, Baustelle fino ai festival locali come “Beaches Brew” e “Handmade”.
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