Satoyama: il Pianeta ha bisogno di azioni concrete
Sinking Islands è il quarto album realizzato in casa Satoyama. Il quartetto piemontese dà alla luce il seguito del buon Magic forest, un disco che parla dell’innalzamento del livello dei mari e del destino che accomunerà luoghi lontani e poco conosciuti insieme a città e grandi metropoli
Pubblicato da Auand Records, Sinking Islands è un viaggio all’insegna delle emozioni, un concept album nato per affrontare l’urgenza climatica dell’innalzamento dei mari a causa antropica.
Jazz e post-rock si fondono nelle nove tracce ipnotiche ed evocative di questo nuovo lavoro che fa della bellezza l’anello di congiunzione tra uomo e natura.
La prima tappa di questo viaggio è Nauru, una sontuosa strumentale nella quale jazz ed elettronica dialogano creando un onirico paesaggio sonoro. Tromba, chitarra, glockenspiel e contrabbasso ricamano una trama ibrida in cui si accentua il dinamismo grazie ad una lenta e continua variazione ritmica. In Tuvalu i quattro si cimentano in un sound retro futurista congiungendo il lato acustico con quello sintetico. Ne viene fuori un brano che fonde la policromia dei sintetizzatori con il calore dei fiati tra passaggi armonici e stacchi sintetici.
Kiribati nasce dal connubio tra glockenspiel e contrabbasso poggiati delicatamente su un morbido tappeto sonoro che ne risalta il carattere immaginifico e incisivo dei due strumenti cardine della traccia. In un secondo momento si aggiungono alle danze batteria e chitarra dando slancio ad un brano che si divide tra un inizio da carillon e un finale da orchestra jazz.
Il suono struggente della tromba coadiuvata dal contrabbasso disegna la trama di Palau, nella quale speranza e nostalgia convivono in un mondo fatto di suoni e strutture che si scontrano e convivono perfettamente.
A Luca Benedetto, Christian Russano, Marco Bellafiore e Gabriele Luttino va il merito di veicolare attraverso una musica colta ed elegante un messaggio importante come quello del cambiamento climatico. Il Pianeta ha bisogno di azioni concrete e i quattro piemontesi si fanno carico attraverso una forte narrazione di attirare l’attenzione dell’ascoltatore e ,perché no, smuovere le coscienze.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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