Le potenza evocative di Sebby Kowal
Il produttore americano Sebastian Paul in arte Sebby Kowal esce su Decaying Spheres con un nuovo album dal titolo Wonders. Sei mesi dopo la pubblicazione di Formations, arriva questa nuova raccolta di paesaggi ambient/drone caratterizzati da morbidi pad che s’intrecciano con suoni ovattati in modo da permettere all’ascoltatore di vivere una serie di viaggi emotivi.
Poco più di mezz’ora di brillante libertà sonora tra drone music e ambient distillata nella sua essenza più pura, uno sfondo celestiale di suoni ricercati e registrazioni sul campo incredibilmente tattili.
Crepitii e gocce in movimento sono alla base di Future Buildings, la traccia d’apertura introduce la cupa visione ipnagogica di Kowal, un senso di realtà percepito solo attraverso il lontano scorrere dell’acqua e movimenti indecifrabili.
Infinity si presenta come una coltre di droni e pads inquietanti, un’atmosfera fredda, quasi priva di vita che copre gli essenziali flussi riverberati che s’infrangono nelle nubi fino a diventare impercettibili residui sonori.
In Lavender fluttuazioni materiche innescano una spigolosa tensione tra la quale si fa strada un crepitio di una voce che comunica da un luogo sconosciuto alla ricerca di segnali di vita. Una traccia che presenta un’ambientazione distopica, un mondo senza speranze nel quale l’ascoltatore è chiamato a ricercare una melodia coperta dal profondo suono vibrante dei sintetizzatori.
Se in Lavender la melodia va ricercata attentamente, in Be With Me si presenta dilatata, avvolta dagli scoppiettanti crepitii. L’inquietudine della traccia precedente lascia il posto a una sorta di tepore, un brano confortevole composto da pattern in loop.
In chiusura Midnight Air sorprende gli ascoltatori con momenti di distensione generati dal suono della pioggia e dell’acqua che scorre ponendo fine ad un album pervaso da sentimenti di rinascita.
In conclusione Wonders alterna momenti arcigni ad altri estremamente ipnagogici ed evocativi creando una giostra di emozioni.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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