L’esperienza catartica firmata da Serge Bulat
A due anni da Similarities Between Fish and a Chair, l’artista e compositore multidisciplinare Serge Bulat pubblica un nuovo album dal titolo Identitudes, un progetto che si presenta come un’esperienza catartica.
L’Lp fa parte della serie Emerging Character of Identity, con il quale il nostro esplora la profondità dell’identità e del divenire attraverso la sperimentazione sonora e performativa.
Identitudes diventa la rappresentazione dello spazio liminare tra l’auto-riflessione e l’espressione esteriore, Bulat cattura le proprie emozioni attraverso ritmiche soffocanti e suoni downtempo/ambient celebrando così la catarsi della libertà dell’identità.
L’album si apre in maniera intimidatoria con la sinistra LO(fate)SS, rimbombi e clangori si dimenano sotto la pressione dei frammenti sonori destrutturati alimentando una traccia vivida.
Se con la prima traccia Bulat plasma i contorni della sua nuova scultura sonora, in THR(exposed)OWN si concentra sui dettagli: un suono lento e maestoso scandito da un impulso smorzato dai vari strati di sintetizzatori che scorrono tra consonanze e dissonanze. Ogni elemento cambia continuamente forma come piccoli microcosmi rarefatti in continua espansione, ciò fa sì che la produzione risulti ricca di nuovi dettagli e nuove sfumature.
In FE(anger)AR part I Bulat gioca con le ripetizioni creando un mantra elettronico ipnotico. Anche la traccia più austera come questa cela una melodia nascosta dietro ad un movimento fatto di contrappunti che enfatizza la continuità della traccia. Diversamente dalla precedente, con EMB(inward)ARK il nostro rallenta per far emergere il suono materico della sua musica, un mix di dark ambient e downtempo dalla forte componente lirica.
In chiusura EME(say)RGE, il primo singolo estratto da Identitudes, nasce dalla collaborazione con l’artista e compositore di Chicago Sean Ellis Hussey. L’ultima traccia si presenta come un brano contemplativo, come se durante lo scorrere dell’album Bulat fosse passato dall’espressione esteriore a quella interiore della sua anima.
Identitudes riesce a far qualcosa che le macchine non possono fare altrettanto bene come gli umani: esplora la profondità dell’identità permettendoci di venire a contatto con le emozioni e le riflessioni di Serge Bulat.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
Commenti recenti