Serge Bulat: trasformare le sfide personali e sociali in momenti di bellezza attraverso la musica
Serge Bulat è un artista multidisciplinare, compositore e sound designer moldavo-americano che abbiamo conosciuto attraverso l’album Similarities Between Fish And A Chair.
A tre anni da quel primo contatto, il nostro torna con un nuovo lavoro intitolato Omorphita Cornershop, ispirato ai suoi viaggi e alle sue esperienze di immigrato da una città di confine tra Moldavia e Ucraina, l’album esplora l’isola divisa di Cipro, con suoni unici provenienti da valichi di frontiera, laghi salati e altro ancora.
Questo album rappresenta per Serge Bulat il modo di affrontare l’ansia in mezzo ai disordini globali, trasformando le sfide personali e sociali in momenti di bellezza attraverso la musica.
Omorphita Cornershop si apre con i field recording di Crossing che catturano i passaggi di frontiera e gli ambienti locali, intrecciando narrazioni personali in un’indimenticabile stravaganza sonora. Un mix di elettronica e world music che il nostro modula fino ad ottenere un insieme complesso, esprimendo a pieno il suo ventaglio di influenze.
Una inaspettata cassa dritta e i suoni circolari dei sintetizzatori caratterizzano il vorticoso incedere di Here Lies Othello, una produzione acida e tribale allo stesso tempo, un patchwork elettronico assolutamente unico.
Serge Bulat & Theodosii Spassov costruiscono insieme l’ipnotica Vrzka, uno dei momenti di spicco dell’intero album, con l’elettronica che incontra la world music in una combinazione di fiati, synth e percussioni. A seguire il post dubstep di Ibraheem Charm gira che è un piacere! Bulat crea una mescola di elettronica multi-etnica nella quale viene facile abbandonarsi coi sensi e con la mente.
Omorphita Cornershop si conferma come l’album più riuscito di Serge Bulat, un ricerca sonora etnografica che unisce i suoni da tutto il mondo mentre la musica si tuffa tra diversi generi. Un lavoro assolutamente consigliato.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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