Serge Bulat: musica per lo spirito
Un’esperienza unica quella che ci regala l’artista multidisciplinare moldavo-americano Serge Bulat con Similarities Between Fish And A Chair, il nuovo album pubblicato il 30 aprile 2021.
Un lavoro eclettico che si presenta come una combinazione di suoni elettronici e classici contemporanei con un approccio meditativo.
All’album hanno preso parte artisti provenienti da dieci paesi differenti, musicisti come Oyme (Russia), Dai Sekiguchi (Giappone), Nino Errera (Italia) e Katie Buckley (Islanda), solo per citarne alcuni.
Un suono che scorre in maniera organica seppur in alcuni momenti si manifesti con più incisività o sottoforma di pulsazioni elettroniche, (This Reality Is A Wurmen), abbina strumenti acustici a quelli digitali tra tempi dilatati e tappeti sonori nati dall’intreccio di world music, elettronica e avanguardia. Un album che va al di là di ogni genere: le armonie dei sintetizzatori s’imbattono in pattern sognati con gli strumenti acustici a mettere gli accenti sul ritmo (Sanity Mantra).
Cullati da suoni liquidi e ipnotici, Bulat crea atmosfere sognanti e morbide (Poughtu) con le quali regala all’ascoltatore una sensazione di serenità estatica. Non mancano momenti più inquietanti nei quali i suoni elettronici prevalgono su quelli acustici (Confirmawake) ma che vengono istantaneamente placati da distese ipnagogiche di droni.
Animata da suoni ancestrali, Mandela Effect è una mescola di sonorità multi-etniche unite dalla matrice elettronica alla quale si aggiungono sample vocali e field recordings per un brano che unisce culture diverse. This Is Not Varvara diventa un canto mistico in grado di alleviare ogni dolore sempre con quel piglio giocoso che contraddistingue la musica di Bulat.
Nei quasi nove minuti di Hat Disappears echi e delay accompagnano il suono caldo del sax che porta la mente a viaggiare mentre il corpo è fermo in una stanza. Incursioni nel jazz per una delle tracce più riuscite di tutto l’album.
Similarities Between Fish And A Chair è l’album perfetto contro lo stress, musica rilassante con la quale staccarsi dalla realtà per cercare una dimensione meditativa.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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