Sergio Díaz De Rojas: come passeresti il tuo ultimo giorno se dovessi morire domani?
«Né il sole né la morte si possono guardare fissamente»
(François de La Rochefoucauld)
Hai mai pensato come passeresti il tuo ultimo giorno se dovessi morire domani? In alcune società la morte è vista come una rinascita, in altre, come la nostra, l’uomo contemporaneo rifiuta di considerare la sua mortalità. In qualsiasi forma essa la si pensi resta sempre un mistero, la morte segna la fine dell’esistenza e la vita trova la pienezza solo quando incontra il suo senso di fronte alla morte.
Muerte en una tarde de verano (Morte in un pomeriggio d’estate) nasce da una riflessione abbastanza intima sulla fragilità della vita, sulla mortalità e sulla perdita, un album malinconico realizzato dal pianista e compositore peruviano Sergio Díaz De Rojas.
In uscita il 10 marzo per l’etichetta discografica canadese Nettwerk, in collaborazione con Oscarson nell’edizione fisica, Muerte en una tarde de verano arriva ad otto anni di distanza dall’album di debutto Unsaid Words.
L’album si apre con l’atmosfera onirico-introspettivo di Amanecer (Sunrise), basata sulle vivide armonie del pianoforte che convivono con i field recording registrati da Jakob Lindhagen. L’opener cattura i suoni del mondo sveglio all’alba trasformandoli in un’avvolgente traccia per pianoforte.
Ci si perde nella calda Maracuyá / Barranco, semplice ma mai banale, la terza traccia racchiude tutta l’essenza della musica di Sergio Díaz De Rojas. In Holding her is where I learned forgiveness ogni pressione esercitata sui tasti del pianoforte così come i martelletti che essi azionano, sono udibili, dando una sensazione più vivida e reale all’ascolto. Uno dei momenti più toccanti del disco con il piano che per la prima volta dialoga con la voce e con il violoncello.
Consigliato a chi ascolta Ólafur Arnalds, Ludovico Einaudi e Fabrizio Paterlini, Muerte en una tarde de verano è il progetto più ambizioso mai realizzato da Sergio Díaz De Rojas: una musica profonda caratterizzata da melodie scintillanti e arrangiamenti mai banali che rispecchia nella sua semplicità la bellezza e l’essenza della vita.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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