Il ritorno solista di Shackleton
A nove anni da Music for the Quiet Hour / The Drawbar Organ, Departing Like Rivers segna il ritorno di Sam Shackleton ad un lavoro solista.
Questo nuovo album, pubblicato per l’etichetta personale del producer inglese, la Woe To The Septic Heart, non si presenta comeun concept album ed è stato realizzato senza l’apporto di alcun collaboratore invertendo la rotta rispetto agli ultimi lavori pubblicati dal musicista di Lancashire.
Departing Like Riversva inteso come un album di elettronica psichedelica che presenta al suo interno un gioco di luci e ombre creato dall’uso di percussioni tribali e campioni vocali atte a dare un aspetto ossessivo e malinconico alle sette tracce del disco.
Nei quasi 13 minuti di SomethingTells Me / Pour Out Like Water si susseguono momenti meditativi sorretti da una ritmica incessante e da droni cupi intervallati da campioni vocali inquietanti che si alternano a scintillanti e riverberati intermezzi ambientali che vanno a comporre una trama complessa e intricata nella quale i suoni digitali convivono con gli strumenti acustici.
The Turbulent Sea è un flusso cosmico ottenuto dal contrasto tra le melodie delle percussioni e il tappeto elettronico dissonante per un gioco di contrasti che impone all’ascoltatore di avere sempre l’attenzione alta per non perdersi neanche una sfumatura dell’architettura amorfa di questa produzione.
In One of usEscaped Shackleton si traveste da The Bug nell’intro industrial con i campioni vocali grime che fungono da apripista per la restante parte della traccia che attinge tanto dall’elettronica quanto dalle sonorità cosmiche creando una traccia composta da pad morbidi, sintetizzatori acidi di fondo e una parte ritmica minimalista.
L’ultima traccia, la spettrale TransformedInto Love è un tappeto sonoro ipnotico che prende tanto dai raga indiani quanto dal krautrock per quello che è un vero e proprio rito di passaggio per il producer inglese.
Con Departing Like Rivers diamo il bentornato a Shackleton che torna in pista con un album complesso, nato dalla relazione simbiotica tra la luce e l’oscurità.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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