Debut album shoegaze: Shesgot con The Seeker
Scivola come l’olio il sound tratteggiato dagli Shesgot in The Seeker nonostante sia un album di difficile digeribilità. Questo è il debut album fuori per l’etichetta svizzera Urgence Disk Records. Il disco, pubblicato il 31 marzo 2021 scorso, è stato registrato pressi gli studi Heritage Sound Design.
Un’atmosfera volutamente cupa con sprazzi speranzosi di risollevamento rappresentati dalla chitarra (in clean) dalle modulazioni in maggiore.
Parola chiave: introspettività. Una rappresentazione probabilmente un po’ pessimista della vita che ci circonda, ma tesa alla imperterrita-continua ricerca, ma di cosa? Di una luce aldilà dell’orizzonte (Light Keeper) carica di aspettative.
Un esperimento sinceramente interessante, tra sperimentazioni più moderne e riferimenti a qualcosa di già ascoltato negli anni ’00, un po’ più vintage. L’impressione è quella di ritrovarsi dinanzi ad un album che non spicchi tuttavia mai – veramente – il volo.
Le melodiche sono interconnesse saldamente ad un nucleo duro imperturbabile, ben curato e difficile da superare con sperimentazioni che osino davvero. Una scelta che può essere apprezzata, per coerenza, ma che a lungo andare potrebbe risultare ripetitiva.
Ciò non toglie che il disco è ben suonato e missato con notevole maestria, capace di donare espressività ad atmosfere oniriche. Un sogno suonato, per così dire, tra pathos in climax (come in New Day) ed arzigogolature più acide, con riferimenti stoner latenti. Nella tracklist, poi, molteplici sono i riferimenti naturalistici, tra dissonanze archetipiche e arpeggi circolari in repeat.
Il gruppo – italianissimo ma con le suole ben salde su terreni internazionali – è all’esordio ed ha costituito un album di profonda intensità shoegaze spurio, a tratti post-rock.
Un disco da riascoltare con preordinata calma ed attenzione, come dinanzi ad un reading letterario musicato, affinchè anche le parole riescano a squarciare il velo di maya.
Traccia superconsigliata, per la meravigliosa creazione sintetica introdotta da una suadente linea di basso: Transparence.
Classe 93, laureata in giurisprudenza, specializzata in criminologia. Praticante avvocato, scrivo di politica e di diritto su diverse testate. Sono campana ma mi sono trasferita a Padova.
Sono appassionata di musica, suono il piano ed in passato ho suonato malissimo una sgangherata Soundstation mancina.
I miei generi preferiti sono il rock alternative, lo stoner e la musica classica. Sono stata una metallara nell’adolescenza, divorando con disinvoltura i dischi degli Slayer.
Il mio compositore preferito è Prokofiev ma se la gioca con Shostakovich. Amo Elliot Smith ed ascolto con “diligenza da scolara” cose che non conosco. Normalmente sono una tipa che si appassiona con facilità.
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