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Cherry Blossom Baby: le alchimie di Shigeto

Interessante, nel caso di Shigeto, partire dalla cronistoria. Quattro dischi in sette anni a cavallo fra 2010 e il 2017, capaci di esprimere un caleidoscopio sonoro difficilmente etichettabile: wonky, glitch hop, echi deep house ma soprattutto quell’impronta jazz che il producer di origini giapponesi non ha mai nascosto e, anzi, sempre piazzato in prima linea.

Poi, sette anni di silenzio assoluto; qualche collaborazione sporadica (si veda l’incontro acid jazz di Hotel San Claudio con Mark De Clive-Lowe e Melanie Charles), ma nessun sequel vero e proprio di The New Monday (2017). Un’attesa interrotta dal nuovo Cherry Blossom Baby, in uscita il 25 ottobre 2024 per Ghostly International, che riparte proprio da una schiera di featuring per riprendere e allargare il discorso là dove l’aveva lasciato.

Se, infatti, l’impostazione sonora resta quella ormai ben nota, è altrettanto chiara la volontà di Shigeto di cercare nuove trame circondandosi di collaboratori. C’è una vecchia conoscenza come ZelooperZ che in Ready.Set.Flex. piazza in primo piano quella fascinazione per l’hip hop sempre presente nella proposta del producer di stanza a Detroit, ma ci sono anche figure ricorrenti in tutto il disco come Cleveland Thrasher, Ahya Simone e KESSWA che accompagnano l’ascolto fino al termine del viaggio.

Un’esperienza che, manco a dirlo, continua a spaziare di genere in genere senza remore: dagli echi trap di Runnup On’m alla jam electro-soul di The Punch! si passa repentinamente al neo-soul di Can’t Keep Up e all’incontro tra beat hip hop e ritmi abstract di BookaMagick. In chiusura, Honey High and Blue è forse il brano più toccante del disco, quando le stratificazioni sonore lasciano spazio alla voce di KESSWA per esprimersi al meglio.

Minuziosamente prodotto e arrangiato, Cherry Blossom Baby non riesce a scrollarsi una patina di perfetta freddezza che accompagna durante l’intero ascolto. Shigeto torna e lo fa con il suo stile, divagando ancora di genere in genere e da questo punto di vista il risultato è come sempre ineccepibile. Servirebbe un po’ di cuore in più per bilanciare tutta questa forma e per fare il salto di qualità definitivo, ma per il momento ci si può accontentare.



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