Nuovi futuri possibili
Lo avevamo lasciato il 3 maggio con Extinction, nel quale rifletteva su possibili futuri in cui la razza umana si estingueva, oggi il producer austriaco Simon Grab torna con un nuovo lavoro che riprende il concept dell’Ep precedente.
Posthuman Species, pubblicato l’8 novembre 2019 da OUS, è un viaggio sonico alla scoperta di una nuova terra percorsa “da fragili feedback, droni pulsanti e opulente esplosioni noise”.
Nel mondo elettronico fantascientifico descritto dalla musica di Grab c’è spazio per territori post-industriali, composti da oscillatori a bassa frequenza, incursioni dub, echi ed effetti analogici (The New Kind). Grab racconta appunto la storia di un’epoca in cui The New Kind modella il suo paese delle meraviglie. Suoni abrasivi realizzati con un mixer patchato con se stesso si mischiano con esplosioni elettroniche e feedback (Apocalyptic Paranoia) sottolineando la natura transitoria affidata alle macchine che prendono il sopravvento sull’uomo in questa nuova opera fantascientifica. Modulazioni e sintesi analogica sono alla base di questo nuovo lavoro che permette al sound artist e musicista svizzero di esplorare nuovi territori (Transformation).
Neurochemical Behaviour è la parte più neurale e introspettiva dell’esplorazione di Grab, l’elettronica pulsante s’intreccia con la modulazione ruvida e ambientale con Altered Sleep che si muove sulla scia, meno pulsante ma in un lento crescendo che rimanda a luoghi asettici e privi di vita.
Ci spostiamo in territori industriali con Metanoia che rincara la dose di feedback e delay: la dodicesima traccia un mix ben riuscito di dub e industrial, ottenuto attraverso suoni ipnotici e rimbalzanti.
Nel mondo di Simon Grab c’è spazio per la ricerca, provando con ogni lavoro a superare i confini precedenti ed alzando ad ogni giro l’asticella. Il musicista austriaco non si accontenta di restare nella sua confort zone e così ne allarga di volta in volta i propri territori senza porsi limiti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti