Simone Faraci: imprevedibilità vs prevedibilità
Non è nuovo su queste pagine Simone Faraci, il musicista e compositore siciliano l’abbiamo conosciuto principalmente per i suoi album con il collettivo d’improvvisazione elettroacustica Minus, oltre ai lavori con TREE (Tempo Reale Electroacoustic Ensemble) con i quali collabora stabilmente.
A tre anni dal debutto solista con Echo Ex Machina, il nostro è tornato con Mføku, il nuovo disco pubblicato da Slowth Records. L’album è incentrato sul tempo dell’ascolto e sulla memoria, sulla prevedibilità e imprevedibilità dei percorsi che una musica può prendere.
Sette paesaggi sonori in cui gli opposti si trovano a coesistere, a condividere uno spazio sonoro liminale, dove musica e non musica si confondono in un gioco di specchi.
In Mføku Faraci combina generi diversi ottenendo come risultato un mix particolarmente avvincente. In Mføku I la frenesia del sax e della batteria crea un suono avventuroso coadiuvato dalle pennellate della chitarra. Le parti elettroniche esplodono in una forma improvvisata tra elettroacustica astratta e vibrazioni hip hop trovando la sua evoluzione nella destrutturazione della texture.
Nella seconda parte della title track i diversi elementi convergono in un’estetica futuristica: jazz grooves, colpi sordi di battiti primordiali ed elaborati tappeti sintetici fanno subito decollare la traccia. Un andamento pesante accompagnato da una linea di synth bass che da sola regge tutta la struttura della traccia dando agli alti elementi la possibilità di improvvisare liberamente. Il finale lascia senza parole: tempo un secondo di pausa e gli archi svuotano di tutta l’elettricità presente nell’ambiente.
Apparentemente lontani tra di loro, gli elementi di Tokū s’incastrano perfettamente andando a formare un flusso di parole irrefrenabili. La prima parte della quarta traccia è composta a partire da materiali campionati dai reel di Instagram, riprendendo il discorso iniziato con Scroll Macabre, prima traccia di Echo Ex Machina (il disco precedente di Faraci). Nella parte finale l’hip hop incontra l’elettroacustica come se una radio, impazzendo, mischiasse frequenze radio differenti.
Mføku è un album sorprendente, in grado di attingere dall’elettroacustica, dal free-jazz, dal rock progressivo, dall’hip-hop e dalla musica ambient, ma senza mai dare all’ascoltatore un punto fisso di riferimento. Per questo ogni ascolto è una scoperta, Faraci mescola le carte costantemente rendendo l’ascolto sempre entusiasmante.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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