I Širom ci fanno entrare nel loro microcosmo
Dopo l’acclamato Can Be A Clay Snapper, il trio strumentale sloveno dei Širom ha rilasciato un nuovo e caleidoscopico album, A Universe that Roasts Blossoms for a Horse, pubblicato il 30 agosto 2019 via Tak:til – Glitterbeat.
Ascoltando questo nuovo Lp capirete che il trio non ama essere etichettato: «Non vogliamo suonare qualcosa che sembra già esistente» ha dichiarato la band.
Va subito detto che nelle cinque tracce di questo lavoro non troverete musica tradizionale slovena ma soprattutto capirete che i Širomnon sono una band da improvvisazione:ogni traccia è stata studiata con cura e attenzione ai dettagli dalla prima all’ultima nota.
Nonostante già dalla nenia lisergica di A Washed Out Boy TakingFossils from a FrogSacksi possano evincere le molte influenze del trio, l’utilizzo di strumenti artigianali quali una pila di pentole, padelle, coperchi e lattine vuote di birra sono atte all’esplorazione del suono.
Come si deduce da Sleight of Hand with a Melting Key i tre lavorano stratificando il suono: viola, violin, banjo si sovrappongono per creare un folk virtuoso e fuori da ogni schema. La voce utilizzata come uno strumento per creare melodia e la ritmica che dà il carattere tribale alla traccia la rendono particolare e gradevole all’ascolto.
C’è ancora più ricerca in A Pulse Expelsits Brothers and Sisters: nella prima parte il trio modella la ritmica incastrando strumenti classici a quelli casalinghi, poi subentrano i fiati e ci trasportano in oriente. Il loro è un viaggio schizofrenico che ci conduce da una parte all’altra del mondo.
Non si fanno mancare nulla i Širom e con Low Probability of a Hug viene fuori il loro lato più cupo. Interessante l’intreccio tra il violino e le voci, quasi un gioco di contrasti tra la dolcezza dello strumento a corde e le voci che diventano quasi un lamento. Il banjo è protagonista in questa traccia con una cavalcata da far invidia alle migliori canzoni metal.
Sicuramente A Universethat Roasts Blossoms for a Horse è un album d’effetto,che sorprende fin da subito. Nonostante i molteplici elementi utilizzati nell’album, nulla cozza tra di loro e ogni cosa è studiata per essere al posto giusto.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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