Smokemaster: Psychedelic Rock made in Colonia
L’ascolto attento del primo album della formazione tedesca non lascia dubbi, le influenze che stanno alla base della musica degli Smokemaster appaiono incontrovertibili: The Doors, King Gizzard And The Lizzard Wizard, Pink Floyd, Jimi Hendrix, Jefferson Airplane, Wand, Jacco Gardner, Brian Jonestown Massacre, Tess Parks e Sir Robin And The Longbowmen fanno parte del DNA del gruppo di Colonia. Se qualcuno nutrisse qualche residuo dubbio, esso viene definitivamente fugato in seconda pagina all’interno della copertina dell’album: “Psychedelic Rock made in Germany” , recita perentoriamente l’avvertenza.
Il quintetto della Renania Settentrionale è composto da Björnson Bear (voce e armonica), Jay LeBlonde (chitarra), Tob Master (basso), Tobi Tack (organo e sintetizzatori), Lukas Bönschen (batteria, percussioni e voce) e il loro album d’esordio, l’omonimo Smokemaster, è uscito il 24 aprile 2020 per l’etichetta tedesca Tonzonen Records.
Il disco comprende sei brani (quarantacinque i minuti complessivi di ascolto) interamente scritti dalla band, densi di energia, un lavoro discografico ben suonato, coinvolgente, quello dei cinque tedeschi. Un album che cresce dentro man mano che lo si ascolta, capace di convincere fin da subito. I suoni lisergici dell’organo e quelli sporchi e graffianti della chitarra elettrica incrociano il blues più duro e le sonorità garage tipicamente “Sixties”. Nonostante la sua non eccelsa carica innovativa, la musica dei nostri si fa apprezzare anche oggi.
Compattezza del suono e precisione esecutiva sono tra le caratteristiche della band. Ottima la batteria, incisivi l’organo e gli effetti elettronici, senza sbavature le chitarre; la durata non breve dei vari pezzi e la complessità delle atmosfere di alcuni dei brani sembrano rievocare un certo progressive d’annata, genere che in Germania è ancora molto popolare. Da ascoltare.
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