Snowdrops: verso nuovi orizzonti
Dopo l’ottimo riscontro avuto con Volutes, il duo francese Snowdrops torna a far parlare di sè grazie al nuovo album Inner Fires, pubblicato da Forwind.
Christine Ott e Mathieu Gabry mescolano musica classica contemporanea con l’elettronica, producendo quattro strumentali basate più sull’improvvisazione e sull’interpretazione che su un approccio eccessivamente ragionato.
Prende forma il lavoro più sperimentale e avventuroso del prolifico duo, un album dettagliato, strutturato e altamente evocativo in cui l’interazione dei vari strumenti utilizzati crea un materiale unico nel suo genere.
Nei primi due pezzi protagonista è l’OndeMartenot: il primo capitolo, Elevation, nasce dal dialogo tra il suono cristallino del piano di Graby e il riverbero meccanico dello strumento della Ott. Le note vibranti creano un gioco di luci e ombre dal carattere drammatico. A seguire Egopolis si apre con i suoni minacciosi delle Onde, seguiti da una morbida linea di pianoforte. Il duo si diverte a rileggere il primo paesaggio sonoro invertendone i ruoli, un gioco di specchi con il piano impegnato in questo caso ad arricchire con fragili schizzi minimalisti il sentiero tracciato dalle Onde. La forte espressività del secondo brano è dato dalla scelta del duo di far parlare attraverso gli strumenti emozioni delicate e profonde come la solitudine, la rassegnazione e il coraggio.
Nella seconda metà si cambia registro a partire da Shadow Society / A Piece Of Freedom. Il tintinnio dei tasti dato dal picchierellare con le dita va a ricoprire la parte ritmica, una serie di elementi (synth e onde) si aggiungono successivamente al piano in una traccia dall’impronta jazz. Lentamente il brano cresce d’intensità lasciando ai due il tempo di improvvisare e far sì che i due strumenti principali si rincorranocreando un magnifico turbinio di emozioni.
Inner Fires è un album introspettivo, «un grido d’allarme per non diventare una società di spettri». Il miglior episodio finora realizzato dal duo Snowdrops che li proietta verso nuovi orizzonti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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