Grim Town è un racconto di tristezza e amore non corrisposto nei confronti della città natale
Ci sono state alcune critiche riguardo il primo album di SOAK, Before We Forgot How To Dream (2015), che lamentavano una produzione distratta dalla voce di Bridie Monds-Watson e alcuni difetti di songwriting. Ma il suo nuovo album Grim Town è un riscatto dalle precedenti polemiche e mostra il talento precoce di questa nuova artista di punta per la Rough Trade Records. Grim Town conferma infatti le abilità di SOAK mostrando i segni della maturazione e le crescenti sofferenze che ne derivano.
Tutti a bordo di un viaggio nella memoria e nella malinconia con un pop alle stelle reso straordinariamente versatile dalla voce di questa artista che è in grado di trasportare l’ascoltatore su e giù per uno spettro emotivo con una facilità vertiginosa. Capacità che riesce quasi a cancellare, nel bene e nel male, il contenuto lirico. Le canzoni sono spesso decisamente disinvolte, forse in contrasto con la presunzione distopica che viene trasmessa, e la produzione è brillante e stratificata, senza mai essere sopra le righe. Grill Town si annuncia come un concept album ambientato su un treno purgatorio che si dirige in due direzioni: una fisica e l’altra psicologica. Un disco corroborante, esilarante nei luoghi, mentre i testi descrivono circostanze non del tutto ottimali.
Una distribuzione di malinconia a piccole dosi e una buona quantità di cinismo sfinito sono gli ingredienti principali del nuovo record di SOAK, ma nulla scade troppo nella disperazione, nonostante la cautela preventiva nell’abbandonare la speranza mentre si intraprende il primo ascolto. L’album procede a zig-zag in una vivace direzione verso l’alto, ed è rinfrescante vedere la Monds-Watson richiamare l’energia per alzarsi piuttosto che crogiolarsi; ed è qui che troviamo la disconnessione tra le aspettative stabilite e l’esperienza dell’album stesso.
Ci sono ripetuti testi provocatori che, unite ai suoni che si dilatano e contraggono, verificano e ripetono le immagini di una realtà da cui si presume stiamo scappando guardando attraverso lo specchietto retrovisore. Ci sono anche momenti di sincera nostalgia, con alcune espressioni di pura e franca necessità. Grim Town è un racconto di tristezza e amore non corrisposto nei confronti della città natale di SOAK, ed è un rimpianto comune e condiviso da molti artisti, le cui esperienze hanno portato ad un miglioramento album dopo album. Questo è ciò che accade.
L’album termina con l’eco della voce del nonno della Monds-Watson per farci uscire da Grim Town: “Cari passeggeri, questo treno 433 in direzione nord parte ora da Grim Town. La pressione atmosferica e la qualità dell’aria miglioreranno rapidamente. Gioia, senso di vertigine e leggera euforia, non farti prendere dal panico, raccogli il tuo ottimismo, la tua energia e sorridi mentre viaggi insieme a noi, tutto andrà bene alla fine”. E questo sembra il modo giusto per concludere: alla fine andrà tutto bene.
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