Soja Triani: il neo duo francese sbalordisce il pubblico
Chi eri e chi sarai.
Sette tracce per presentarsi, sette tracce per raccontare chi sono, questa è la scelta dei Soja Triani per presentarsi insieme al pubblico e parlare delle loro Nouvelles.
In uscita l’8 novembre 2019 per l’etichetta francese La Souterraìne, questo è il primo Ep che il neo duo ha inciso, venendo entrambi da altre esperienze musicali già acclamate, in cui hanno sperimentato un sound completamente nuovo e slegato dal loro passato artistico.
Stiamo parlando di Tom Beaudouin e Amaury Sauvè, giovanissimi musicisti che hanno creato un disco indie-elettronico con punte pop che fonde generi ed ispirazioni diversissime. Un viaggio tra i richiami musicali dei Son Lux e la scrittura di cantanti francesi come Etienne Daho e Flavien Berger che, già dal primo ascolto, muove un certo interesse e voglia di saperne di più.
Il fil rouge del disco è il tempo, tanto che i Soja Triani si muovono tra passato e futuro attraverso brani che raccontano piccole storie di ere passate, appunto, intrecciandole con previsioni di un futuro obsoleto e carico di responsabilità. L’album si apre con Le Futur che avanza con una forte base elettronica, su cui si poggia una voce che quasi parla, più che cantare, descrizione che si adatta perfettamente anche al secondo brano L’Alpiniste.
Provocante e intensa è Bunker, aperta e all’avanguardia Grand Voyage, che crea davvero, musicalmente parlando, un ponte tra passato e futuro. Il brano di chiusura del disco, Qui Sait, è il più ricco di colpi di scena, tanto che probabilmente andrebbe ascoltato per prima, per raggiungere subito l’apice di Nouvelles.
Le sorti dei Soja Triani sembrano rivolgersi a grandi successi. Perfetti per la scena francese ed interessanti per quella europea, i due, mostrando sicuramente un’abilità propria di chi non è alle prime armi, creano flussi coinvolgenti di pensieri e musica che rapisce l’attenzione, tenuta alta fino alla fine di ogni storia e di tutto il disco.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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