Sonicatomic: un futuro potenzialmente radioso
Dopo il non impressionante Vibes Addiction del 2016, i piemontesi Sonicatomic hanno cercato di amalgamare il proprio stile e rafforzare il sound che li caratterizza, condividendo il palco, anche all’estero, con nomi importanti quali Dopethrone, Sonic Jesus e Fuzz Orchestra.
Con il secondo album, Psych Memories Propagation, i Nostri hanno continuato a modificare la loro proposta psichedelica, fondendola con una serie enorme di influenze, che passano dal krautrock in stile Amon Duul II a tendenze jazz funk che in alcuni passaggi possono riportare anche ai nostrani Calibro 35.
Ovviamente, quando si fronteggia una serie così lunga di ispirazioni è difficile riuscire a metterli tutti insieme senza andare a scivolare in una spirale di punti di riferimento con nessuna via d’uscita. Il nuovo lavoro si pone proprio quest’obiettivo, ricercando uno stile personale e originale, capace di distinguersi dalla massa e dai tanti album simili che escono ogni anno.
Purtroppo, il percorso, seppur ben avviato, non ha ancora trovato un’evidente originalità e Psych Memories Propagation non convince pienamente. Non mancano momenti interessanti e spunti particolarmente ispirati, ma allo stesso tempo non tutto è particolarmente valido ed emozionante.
L’album è in una sorta di altalena tra alti e bassi e non riesce subito ad ingranare: il primo pezzo, Italia Reverse ’82, non rapisce l’ascoltatore e nemmeno il successivo Psych is Dead riesce in questo proposito. Ma il percorso di maturità che sta portando avanti il gruppo si manifesta ben presto, con da una vera e propria ripresa dettata dalla doppietta successiva; Lacerazioni è forse il migliore degli otto brani, una serie di passaggi fini ed eleganti riescono ad ergersi nell’atmosfera space, come se da una navicella spaziale uscisse fuori un pezzo di Miles Davis.
Anche Retata convince, traccia al limite della claustrofobia in cui il gusto del gruppo fa da padrone. Buono anche il trip di Alien Milk, sicuramente migliore della precedente Margot; chiudono l’album Polizei, rumorosa e ben strutturata nella sue sfaccettature, e Superdaddy, forse meno esaltante delle precedenti.
Complessivamente, Psych Memories Propagation si presenta come un tassello fondamentale per la crescita del gruppo, il cui futuro potrebbe essere potenzialmente radioso. Qualche difetto di originalità c’è, così come qualche pezzo non troppo ispirato, ma il numero di momenti positivi, superiore a quelli negativi, lascia ben sperare, e non possiamo far altro che aspettare il terzo album.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
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