Il rituale esoterico dei Sothiac e Paul Jolly
Non sempre tutti i mali vengono per nuocere, in epoca difficile come quella che stiamo vivendo c’è chi si è preso del tempo per dedicarsi alla musica tramutandolo in un momento prolifico. È il caso della cantante Pat Moonchy (voce, sintetizzatore modulare, tanpura) e del polistrumentista Lucky Liguori (chitarra, synth, gong), insieme nel progetto Sothiac. Il duo affiancato da Paul Jolly (clarinetto basso e sassofono) ha dato vita ad una nuova collaborazione culminata con l’uscita di Superluna.
Il nuovo album pubblicato per 33 Jazz Records è composto da due lunghe e ambiziose tracce più una terza presente solamente nella versione in vinile masterizzata presso gli Abbey Road Studios.
Negli oltre 20 minuti della prima traccia, Phase #1, convivono improvvisazione e space music, un allucinante cerimoniale composto dalla voce solenne della Moonchy e viscerali linee energetiche del clarinetto basso, insieme si poggiano su un tappeto di droni riverberati, l’amalgama finale è una landa esoterica di suoni primordiali. I suoni tonali vanno in contrasto con le note calde dei fiati mentre i leggeri tintinnii danno movimento ad una traccia in grado di evocare paesaggi e immagini.
La successiva Phase #2 mostra un lato diverso del trio: aperto dal suono del gong il flusso mutevole condotto dal suono del sax, mentre la voce mostra più enfasi rispetto alla precedente composizione. I piatti e il sassofono interagiscono tra di loro accompagnati da un lento fruscio analogico creando un’atmosfera surreale. Diversamente dalla prima traccia i tre esplorano il campo dell’improvvisazione dando vita ad un brano intenso dalle venature free-jazz.
Superluna nasce dalla magia di tre musicisti eccezionali, la voce di Pat Moonchy sempre più caratterizzante di un sound cosmico forgiato da Liguori e impreziosito dalle incursioni free-jazz di Jolly per un lavoro dal forte impatto, intenso ed opprimente, che dà voce ad uno dei periodi più bui dell’umanità.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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