La fine come inizio
Dopo il futuristico e visionario Exaland, il collettivo di media art torinese Spime.Im torna con un nuovo lavoro discografico, ZERO, in uscita il 19 giugno 2020 per la label svizzera OUS.
Con il primo disco Gabriele Ottino, Davide Tomat, Stefano Maccarelli e Marco Casolati hanno posto le basi per la loro musica, il punto di partenza dal quale si sono evolutiglitch esplosivi, beat violenti e piogge acide di noise digitale.In ZERO tutto questoviene portato all’estremo, esasperato, per dare alla luce quattro tracce iper-cariche e taglienti come rasoi.
Con ZERO19 ci troviamo al cospetto di forme mutevoli e transitorie, suoni digitali colorati, frutto dell’interazione uomo-macchina. Un paesaggio sonoro spaziale nel quale la ritmica viene triturata, destrutturata fino a modificarne l’aspetto. ZERO4 suona acida e intrigante allo stesso tempo: una serie di stringhe generative estremamente dinamiche e frenetiche che lasciano l’ascoltatore disarmato, una potenza sonora data dai glitch con una cassa in quattro quarti nascosta, nonostante ciò i quattro non si esulano dal porre l’attenzione sulla melodia. Un suono fluttuante e suggestivo per ZERO8 che lascia il tempo all’ascoltatore di respirare e riprendersi dalle bordate sonore delle prime due tracce. Ancora una volta il rumore ha il sopravvento ed è così che dopo una prima parte ambient, i glitch e i droni esplodono in una ventata digitale dal suono duro.
Chiude ZERO9 con il suo lento scorrere che smorza i toni e ci lascia vagare nello spazio a suon di un ambient cupo, un vento leggero di particelle sonore dense e alienanti.
Immergersi nella musica di ZERO è come aprire una porta di un romanzo cyberpunk di Bruce Sterling e farne uscire i suoni e le immagini in modo che la fantascienza diventi realtà, così come gli Spime.Im riescono ad avvicinare così tanto gli strumenti digitali ad un suono organico.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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