Squncr e il suo rapporto con il pianoforte
Elli Records è un punto di riferimento per degli amanti della sperimentazione più radicale, con The Blue of Distance di Squncr l’etichetta di Emanuele Battisti si apre alle sonorità emozionali dell’ambient permettendo così alla label di farsi apprezzare da una nuova fetta di appassionati, avvicinando il proprio pubblico a nuovi territori musicali.
Dietro il moniker di Squncr si cela il musicista francese François Larini, la sua ricerca sonora comprende improvvisazioni elettroniche, droni e archivi in bilico tra narrativa personale e documenti etnografici.
L’Ep nasce leggendo A Field Guide to Getting Lost di Rebecca Solnit: il verso The Blue of Distance che dà il titolo all’opera di Squncr viene spesso ripetuto nelle pagine del libro. L’idea della perdita raccontata dalla Solnit è la stessa che Larini ritrova nel suo rapporto con il pianoforte.
Le cinque tracce dell’Ep fondono perfettamente musica ambient malinconica, composizione di modern classical e paesaggi sonori evocativi. In apertura North utilizza frammenti melodici di pianoforte che creano un tappeto sonoro ambientale etereo. Una sorta di cielo illuminato da brillanti stelle che tendono a muoversi lentamente. Per questo motivo la narrazione acquista un andamento romantico e poetico, una musica che accarezza la tua anima fino a farti dimenticare persino cosa stai ascoltando. In West le note del piano vengono dilatate creando un effetto avvolgente, la terza traccia è leggera ma allo stesso tempo intensa e profonda, realizzata stratificando i sintetizzatori con il piano. Una composizione minimale e suggestiva dal forte impatto emozionale.
The Blue of Distance si chiude con Beyond, una traccia ipnotica, dai suoni glaciali, generata dalla sovrapposizione di field recording e oscillatori messi in apertura ad una serie linee di sintetizzatori.
The Blue of Distance è un lavoro maturo, nel quale la qualità resta sempre ben alta grazie alla profonda capacità di Squncr di definire paesaggi sonori vividi e coinvolgenti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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