Solleva la polvere con gli Stavroz
Nato come un duo di DJ composto da IJsbrand De Wilde e Gert Beazar, gli Stavroz hanno consolidato il proprio sound dopo l’ingresso di Maxim Helincks e Pieter De Meester. I quattro si presentano come un progetto musicale piuttosto intrigante che suona elettronica con incursioni jazz, combinando i diversi background di tutti i suoi membri. Il risultato è straordinario e trova riscontro nel nuovo Ep Kick Up The Dust, una combinazione di strumenti acustici con ritmi elettronici, voci brasiliane e un duduk.
Le quattro tracce dell’Ep sono il risultato di un viaggio di trasformazione che ha portato la band belga a ricercare un linguaggio sonoro fresco e accattivante scandito da ritmiche vibranti e sensuali che invitano l’ascoltatore ad immergersi in un mondo surreale.
Si parte subito con la title track nella quale la ritmica incalza, mentre le calde progressioni del sax e della tromba intrise di raffinatezza e tecnicismo si allontanano dalla produzione fredda delle sole macchine. Un incedere fermo e deciso fa da collante tra i suoni acustici ed elettronici che vanno completarsi a vicenda.
A seguire con Her Eyes Were Red i quattro mescolano perfettamente l’eleganza strumentale del jazz con le ritmiche deep house, scambio vibrante ma armonioso che rende questa traccia così speciale. Sebbene inizialmente la batteria suoni come una drum machine, con lo scorrere della musica i suoi ritmi diventano giocosi in continua espansione con le stratificazioni dei sintetizzatori. Il brano evoca un senso di spiritualità soprattutto nella parte centrale quando gli strumenti acustici si prendono la scena con i loro suoni caldi e avvolgenti.
L’Ep si chiude con una rarità, Valente, uno dei pochi brani degli Stavroz con una voce, in questo caso quella del cantante e compositore brasiliano Castello Branco. I morbidi arpeggi della chitarra acustica e le armonizzazioni della voce si sposano perfettamente con i ritmi spezzati creando un perfetto brano lounge che bilancia perfettamente relax ed emancipazione, trasparenza e provocazione.
Concludendo Kick Up The Dust è un viaggio sorprendente all’insegna della versatilità, che sfida ogni facile definizione.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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