Stefano Pilia, quando la musica va oltre…
Stefano Pilia non è di certo un musicista che ha bisogno di presentazioni. Il chitarrista bolognese ha sempre fatto parlare la musica al posto suo, riuscendo a diventare negli anni uno dei migliori sia per tecnica sia per un suono riconoscibile e unico.
Con alle spalle una infinità di progetti, Stefano ha pubblicato il 15 maggio 2019 il nuovo album solista che prende il titolo da un famoso palindromo in lingua latina, In Girum Imus Nocte Et Consumimur Igni (giriamo nella notte e veniamo consumati dal fuoco).
In uscita per la prestigiosa etichetta Die Schachtel, Girum Imus Nocte Et Consumimur Igni è un lavoro complesso, basato su proprietà armoniche simmetriche, melodiche e narrative. Le sei tracce infatti sono speculari, 1 e 4, 2 e 5, 3 e 6 sono affini e vanno ben oltre la sola musica: le composizioni si muovono attraverso un percorso di narrativa alchemica simbolica, con l’astrazione poetica che ricorda umilmente e allegoricamente la Divina Commedia di Dante e la Nekyia (“evocazione dei morti”) nelle parti trovate nel libro IX dell’Odissea di Omero.
Tessiture melodiche e armoniche vengono costruite dando un senso orchestrale alle composizioni (Caduta). Ciò è frutto non solo della strumentazione per chitarra, ma anche della modulazione, il risultato è una superficie sonora profonda di dimensioni elettroacustica-sinfonica, con echi di opere minimaliste, musica ambient e forme contemporanee indeterminate.
Già compagno d’avventure negli Afterhours, Rodrigo D’Erasmo col suo violino accompagna Pilia nella terza traccia, Sirena. La strumentale dal carattere sacrale è pervasa da una tensione spirituale. Il violino traccia una linea che separa la luce dalle tenebre, alle modulazioni vi è il compito di creare paesaggi notturni.
Ai suoni organici di Et Consumimur Igni Stefano manipola campioni prelevati dal lavoro dell’influente compositore rinascimentale Giovanni Pierluigi de Palestrina, donando così luce alla traccia.
In Melusina, David Grubbs (Codeine, Gastr del Sol, The Red Krayola) si aggiunge con il suo pianoforte spalleggiando Pilia nella ricerca della melodia perfetta. Una suite elegante, note sospese si alternano a scoppiettanti droni che vanno a chiudere il cerchio aperto da Caduta.
Un disco d’avanguardia, un lavoro poetico quello realizzato da Stefano Pilia. In Girum Imus Nocte Et Consumimur Igni è un album in grado di disegnare paesaggi inesplorati, ma soprattutto di farlo senza ricorrere alle parole, un album in grado di restare nel tempo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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