Lacinia: un viaggio sonoro tra tradizione e trasformazione
Nel panorama musicale contemporaneo, emergono opere che trascendono il puro intrattenimento e si propongono come vere e proprie esperienze sensoriali e spirituali. Lacinia, il nuovo ciclo di composizioni di Stefano Pilia, rappresenta un’affascinante esplorazione di questo territorio, un viaggio sonoro che si nutre di antiche tradizioni e moderni afflati metafisici.
Il titolo stesso, Lacinia – che in latino significa “merletto” o “pizzo” – evoca una complessità di forme e trame musicali, un ricamo sonoro che invita alla contemplazione. Le composizioni di Pilia non sono semplici brani, ma meditazioni acustiche che richiamano alla mente non solo gli echi di antiche musiche liturgiche di maestri come Gesualdo da Venosa e Monteverdi, ma anche le vibrazioni di artisti contemporanei come Arvo Pärt e Sarah Davachi.
La prima sinfonia, Cadux / Plectere I, con il suo intricato intreccio di fiati celestiali, rivela i primi segni della nuova direzione che Pilia avrebbe già abbracciato con Spirali Aurea. Con Lacinia Off Axis, l’autore sembra invece orientarsi verso un linguaggio più classico e teso. Nel secondo movimento di Lacinia, gli archi si sfiorano, suggerendo non solo un tempo lineare, ma anche un tempo ciclico e rituale, dove si percepisce un eterno ritorno di una materia in costante mutamento.
Intrecciando il suono organico degli archi con atmosfere e trame orchestrali, prende vita Arborea / Plectere III. Questo brano, ispirato alla polifonia rinascimentale, mette in risalto una scrittura melodica di grande impatto e bellezza.
Con Eve, una composizione per quattro oscillatori, chitarra e voce, entriamo in contatto con la dimensione più sperimentale e d’avanguardia di Pilia. Qui, passato, presente e futuro si intrecciano, dando vita a un brano che si sviluppa lentamente, acquistando potenza e vigore.
Questo album si rivela un viaggio sonoro che trascende le convenzioni temporali e formali, invitando l’ascoltatore a esplorare la sinergia tra l’inizio e la fine, tra il noto e l’ignoto. Lacinia si propone di ricreare un ordine armonioso in un mondo percepito come caotico, facendo della dimensione spirituale la sua vera protagonista.
L’abilità di Pilia nel tessere una narrazione musicale che si snoda come un merletto rizomatico offre uno spunto di riflessione profondo sulla trasformazione e sull’eterno ritorno. Ogni nota, ogni suono, diventa un tassello di un grande mosaico cosmico, dove l’energia della mutazione si manifesta attraverso una serie di scalini sonori, conducendo a una rivelazione che risuona nella profondità dell’esperienza umana. Lacinia non è solo un’opera da ascoltare, ma un invito a immergersi in un rituale di scoperta e introspezione, facendo sì che il viaggio artistico di Pilia rimanga impresso nell’anima dei suoi ascoltatori.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.