L’estasi contenuta di Steve Hauschildt
L’ex Emeralds, Steve Hauschildt, fa il suo ritorno con un nuovo lavoro, Nonlin. Pubblicato il 25 ottobre 2019 da Ghostly International, il secondo album del musicista di Chicago è rilassante, d’atmosfera, sviluppando un ponte tra l’ambient e la synthwave.
Attraverso l’utilizzo di synth, di arpeggiators e avvalendosi della sintesi modulare e granulare, Hauschildt approfondisce la sua ricerca musicale che dura ormai più di un decennio.
Il viaggio inizia proprio dai suoni morbidi e ipnotici di Cloudloss, il senso di assenza di gravità che nasce dall’uso dei suoni generativi e dalle frequenze nitide ci dà la sensazione di fluttuare a mezz’aria, con i piedi sospesi per aria. Un viaggio attraverso lo spazio onirico con i glitch di A Planet Left Behind, la terza traccia cresce e si fa sempre più cupa e misteriosa.
Attractor B vive d’impulsi in sequenza, il cui accartocciarsi e appiattirsi la porta a non esplodere mai ma per finire ingoiata dal riverbero. La traccia che dà il titolo all’album viene introdotta da un break beat, la ritmica viene scomposta e su di essa si sviluppa la produzione più audace dell’album.
Steve espande il suo repertorio con Reverse Culture Music dove viene fuori tutta l’eleganza del produttore americano: gli archi pizzicati, il violoncello suonato da Lia Kohl dialogano con l’elettronica minimalista dai suoni ben quadrati. Le ultime due tracce, The Spring in Chartreuse e American Spiral, lasciano trapelare l’elegiaca bellezza delle composizioni algide e sognanti, lente e seducenti, che lasciano all’ascoltatore la porta aperta su uno spazio infinito e in continua espansione.
Steve Hauschildt ha la capacità di creare musica soave tanto da estraniarci da tutto ciò che ci circonda e permettere a chi ascolta di vivere per quaranta minuti circa una sensazione di pace interiore e benessere a cui tutti dovrebbero sottoporsi.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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