Stimming: l’arte di reinventarsi
Legato da dieci anni alla techno, il produttore di Amburgo Martin Stimming si discosta dal suo passato pubblicando un nuovo album, Ludwig, con il quale apre la sua musica a nuovi orizzonti per alzare l’asticella dell’interesse nell’ascoltatore. Un lavoro difficile da classificare, affascinante, un ibrido nato dal mix tra suoni elettronici e suoni della natura.
Abbandonate quasi del tutto le influenze techno, l’album si apre con un breve Intro realizzato con le note scintillanti e ripetute di un piano poggiato su un tappeto di glitch. Pidgeons c’immerge in un brano elettronico dal sapore pop. Un tappeto brioso costruito tramite l’intreccio di synth accompagnato dalla voce morbida e sensuale di Balbina per un brano che ricorda il connubio Bonobo – Szjerdene.
Con The Hyve Stimming rende protagonista la natura: posizionando due registratori all’interno di un alveare il Nostro cattura il funzionamento della complessa struttura facendo dialogare i suoni organici con i sintetizzatori ed una ritmica accattivante per creare melodie sofisticate, fil rouge dell’intero disco. Judith Maria è una raffinata esperienza d’ascolto con le percussioni progressive prese in prestito dalla sua carriera di produttore techno. Un brano d’amore dedicato alla compagna, con un cuore pulsante fatto di arpeggi analogici e synth distorti.
In Arc De Triomphe beat e groove tessono una maglialounge, con la parte ritmica che s’incastra con i sintetizzatori per costruire un’architettura sonora solida e morbida allo stesso tempo. Un continuo sali e scendi di dinamiche per un brano godurioso e divertente.
La conclusiva Oma Doris ci lascia stupefatti con i suoi suoni ipnagogici serviti da una serie di arpeggiatori, un beat hip hop e la voce dello stesso Martin che contribuisce a dare slancio alla melodia.
Ludwig è un album meravigliosamente sorprendente, raffinato ed elegante, con Stimming in grado di reinventarsi e mettere in luce le sue capacità compositive.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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