Gli Stumpf: figli di una Berlino carica di una strana elettricità
Direttamente da Berlino, Stumpf è la creatura di Silly Knob Thurston (batteria, elettronica) e Sunra Bullock (basso, sampler). Il 12 settembre 2019 è uscito l’omonimo Ep pubblicato da Edelfaul, missato e masterizzato da IliaGorovitz.
Che il nome del duo prenda spunto dallo psicologo e filosofo tedesco Carl Stumpf non è dato saperlo, in comune con il maestro che influenzò la psicologia gestaltistica però hanno di sicuro i temi dell’esperienza e della percezione.
Da buoni tedeschi il sound del progetto è cupo e tagliente, un’elettronica ai confini con l’industrial, senza dimenticarsi dei Einstürzende Neubauten.
L’Ep si apre con Start in cui il duo fin da subito ci immerge in un’atmosfera noir e post industriale, una combo tra la martellante batteria e i synth lisergici creano un sound avvolgente e intenso con una certa predisposizione per il nois e il rumore.
Stark è violenza sonora allo stato puro, con questa traccia il duo si avvicina molto al mondo della band sperimentale romana degli Zu. Thurston dietro le pelli è devastante, il vero motore della band, è attorno alle sue vorticose parti ritmiche che Bullock costruisce l’elettronica che funge da mantello al brano. La seconda traccia è claustrofobica e abrasiva, nera come la pece e allo stesso tempo si attacca addosso lasciandoti senza fiato.
Arriviamo alla conclusione dell’Ep accompagnati da Schwach: una suite lunga undici minuti dove i due giocano con l’elettronica, modulano, sintetizzano, lasciando uscire la loro componente più digitale e avanguardista, lasciando in secondo piano per una volta il lato oscuro della forza.
Lenta e magnetica, Schwatch è la giusta conclusione per un Ep sconvolgente, capace di farci scendere negli inferi e poi resuscitarci.
Come un entrèe in apertura di un pranzo importante, Stumpf ci prepara per quello che verrà in futuro e ci invoglia ad approfondire la conoscenza del mondo del duo tedesco.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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