Subheim si sente a casa nell’oscurità
A cinque anni da Foray, Kostas Katsikas aka Subheim aggiunge un nuovo capitolo alla sua discografia. Per il compositore greco trapiantato a Berlino si tratta del quarto album, il secondo pubblicato da Denovali Records.
ΠΟΛΙΣ, in uscita il 30 ottobre 2020, è un intrigante mix di elettronica, downtempo e ambient. L’album che deve il titolo a “Polis”, parola greca che sta per “città”, non evoca tanto le rapide cadenze della vita in una metropoli moderna quanto la tensione inespressa tra il desiderio di fuggire e l’essere intrappolati in una sorta di stasi concreta: vivere insieme a milioni di anime in un vuoto espansivo.
Un senso di alienazione pervade le nove tracce dell’Lp, allo stesso tempo si può percepire l’inconfondibile tocco umano che da sempre ha caratterizzato i lavori di Subheim. Nonostante le atmosfere rarefatte e fredde, ΠΟΛΙΣ è un lavoro ricco di speranza dovuta a una profonda comprensione di se stessi, una pace interiore in mezzo al decadimento e un cauto ottimismo che proviene da qualcuno al quale capita di sentirsi a casa nell’oscurità.
In apertura veniamo accolti da strati di melodie sintetiche e voci campionate per creare il meraviglioso arazzo di Ghosts. Segue il flusso introspettivo di Old Blade: suoni liquidi fanno capo a un battito elettronico, glitch e feedback contribuiscono a creare un effetto straniante. Seduce e ammalia con Vertigo, una traccia dalle fredde progressioni ambient alle quali Subhein aggiunge enfasi al beat arricchendolo di sognanti melodie.
Affiancato nella produzione di Daughter da Hecq (Ben Lukas Boysen), i due compongono una trama minimale incentrata su un sound estatico sospeso tra musica neoclassica e ambient.
Con When Subheim lascia che sia la luce a vincere sull’oscurità: una traccia lenta dai suoni angelici che a questo punto del disco spiazza l’ascoltatore.
ΠΟΛΙΣ è un puzzle in cui ogni pezzo s’incastra alla perfezione: suoni organici ed eleganti raffigurano freddi paesaggi sonori in grado di sciogliersi con l’ausilio della componente umana.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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