Subheim, tra speranza e nostalgia
Il musicista elettronico Konstantinos Katsikas torna con il suo quinto Lp per Denovali. A tre anni dal suo predecessore, Raeon offre otto tracce prive di elementi percussivi, ma che si concentrano particolarmente sulla melodia e sull’atmosfera.
L’album esplora i territori dell’ambient più umorale e lo-fi: in contrasto con i precedenti lavori di Subheim da sempre affezionato ad un materiale sonoro cupo, Raeon è pervaso da un alone di speranza e da un forte desiderio di nuova vita.
Ogni traccia si presenta come un ricordo lontano e sbiadito tra suoni nostalgici, sintetizzati e analogici ed elementi neoclassici, piccoli tasselli di una narrazione aperta, in cui l’immobilità, il movimento, l’oscurità e la luce coesistono simultaneamente in armonia, l’equilibrio perfetto tra passato e futuro, malinconia e attesa.
Paesaggi sonori meravigliosamente desolati come Express si reggono su muri di rumore bianco che presto sfumano in ondate di echi. È un Subheim lontano dall’ambient rovente e carico di tensione a cui siamo abituati: un lento ma costante divenire creano dalla costante espansione e iterazione delle singole note che vanno così a comporre una narrazione fluttuante, dai toni rilassanti.
A seguire Akti nasce da una registrazione su nastro che scorre per la maggior parte della traccia e si ripete in modo leggermente casuale. La melodia e i suoni della traccia girano attorno al tema centrale creando insieme all’uso delle ripetizioni un effetto di distensione e ripiegamento su se stesse come le onde del mare.
In Doors il piano di stampo neoclassico incontra il suono dei nastri e le sequenze costituite da modulazioni ambientali. Il risultato è un flusso cinematico di suoni ed emozioni.
Subheim non ha paura di usare paesaggi sonori senza parole per diffondere un messaggio di speranza per contrastare i tempi cupi e senza compromessi che stiamo vivendo. Un album diverso dai precedenti che mostra il produttore greco sotto una nuova luce.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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