Sweeney, tra amore e malinconia
L’emozione ha una voce ed è quella di Jason Sweeney, meglio noto con lo pseudonimo di Panoptique Electrical. L’artista australiano giunge al suo quarto album con Stay For The Sorrow, una raccolta di brani pop queer, malinconici e ambient pubblicati per Sound in Silence.
Trentotto minuti di pura fragilità concentrata in dieci canzoni incentrate sulla voce di Sweeney, linee di pianoforte malinconiche, sintetizzatori, chitarre acustiche e ritmi minimali esaltati dalle esibizioni di sassofono di Melinda Pianoroom, mentre sottili glitch elettronici, campioni vocali e field recording riempiono perfettamente l’atmosfera di sottofondo.
Stay For The Sorrow è il racconto di un cuore spezzato, un amore finito male ed un altro pronto a far battere il cuore di nuovo. La sofferente natura umana trova riscontro nella voce del Nostro, protagonista di brani essenziali che ne risaltano i toni.
L’opener Lonely Faces è improntata sulla voce accompagnata da un pattern di pianoforte sorretto da un tappeto di glitch e registrazioni ambientali. Un brano sentito ed elegante mette subito in chiaro cosa c’è da aspettarsi in Stay For The Sorrow.
The Break Up inizia subito con una melodia elettronica ossessiva e ipnotica, in loop per tutto il brano questa crea uno sfondo materico sul quale si poggia la voce pacata di Jason. A dare movimento al brano intervengono i sintetizzatori dai timbri gelidi ed il suono del sax modulato fino a trasformarlo in linee elettroniche. Il risultato è un paesaggio sonoro ammaliante in grado di attirare l’ascoltatore fin dalle prime note. Home Song è uno dei brani più intensi dell’album: percussioni metalliche e synth ricamano la leggera trama sulla quale la voce e il sax si rincorrono, sfiorandosi ma senza mai riuscire a toccarsi.
Un tono morbido e soave per Years che grazie alla malinconica melodia del pianoforte riesce a tirare fuori tutta la potenza delle liriche esaltando il tono ferito della voce.
A un anno da Misery Peaks, Stay For The Sorrow ci consegna un Jason Sweeney in forma smagliante: il suo decadente romanticismo è una formula ben oliata in grado di offrire un’esperienza di rara bellezza.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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