Szjerdene balla da sola
Nuovo Ep per Szjerdene, Trace, pubblicato il 22 marzo 2019.
La cantante londinese è un talento cristallino, conosciuta ai più per essere la vocalist di Bonobo nei suoi tour, eppure Szjerdene ha già alle spalle due Ep:Patchwork (2013) e Paragon (2015).
Non c’è due senza tre quindi, ed ecco che la bella cantante inglese ha sfornato cinque tracce inedite tra trip-hop ed elegante pop.
L’Ep si apre con Veil: è inevitabile il paragone con Simon Green, i suoni utilizzati per le tracce arrivano direttamente da quel mondo, da quell’immaginario da sempre caro a Bonobo. Le atmosfere liquide ed eteree dell’Ep sono perfette per mettere in risalto la seducente voce.
La sua musica è come un abito elegante che le calza a pennello, si cuce alla perfezione su di lei facendone spiccare tutte le caratteristiche. La prima traccia quindi gioca con l’accattivante beat ammorbidito dall’uso dei fiati.
Segue Clarity: il beat che riprende il battito del cuore, i synth che danno corposità alla traccia sono tutti elementi che innalzano la vocalità di Szjerdene. La sua voce è incredibile, senza strafare è in grado di comunicare con quel suo timbro caldo e pieno che la rende unica.
Restart è una canzone che parte lenta ma che quando cambia marcia risulta avvolgente. Sebbene la protagonista in questo pezzo è la voce, il sound non svolge il ruolo di comparsa, è a sua volta importante e coerente per tutta la durata dell’Ep grazie ad un suono ricamato appositamente per Szjerdene.
Si arriva alla fine carichi di emozioni, toccando la punta più alta di Traceproprio con l’ultima traccia: Common Ground. Voce e piano, ci si sente vulnerabili davanti a tanta bellezza. Quando si aggiunge l’elettronica e i rinforzi armonici con una voce colorata dal vocoder si ha quasi difficoltà a trattenere le emozioni. Una canzone pura e candida tanto da investirci con un turbinio di commozione.
Se dovessi paragonare la musica di Szjerdene a un abito, sicuramente sarebbe come un capo di alta moda, unico, elegante, sinuoso. È così che Trace punta i riflettori tutti su di se vivendo di luce propria.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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