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Grief Is The Thing With Feathers, non un semplice album

«Scrivere è una terapia, a volte mi domando in quale mondo tutti coloro che non scrivono, non compongono musica o non dipingono, riescono a sottrarsi alla pazzia, alla malinconia, al timor panico che sono espliciti nella situazione umana».

È con le parole di Vie di scampo di Graham Greene che voglio iniziare a parlare di Grief Is The Thing With Feathers. Il nuovo album di Teho Teardo, pubblicato il 22 marzo 2019 per Specula Records, è stato scritto dopo la lettura dell’omonimo libro di Max Porter (Il dolore è una cosa con le piume, edito in Italia da Guanda).

Il racconto straziante sull’amore e sulla vita di un uomo che, dopo la morte della moglie, deve occuparsi dei due figli ha avuto un grande impatto non solo su Teardo, ma anche sul commediografo e sceneggiatore irlandese Enda Walsh che, oltre ad aver portato in scena il romanzo, ha coinvolto il musicista di Pordenone nella scrittura della colonna sonora utilizzata poi per lo spettacolo teatrale.

L’atmosfera cupa e surreale del disco è lo scenario perfetto per ambientare la trama del libro di Porter. Al fianco di Teardo in questo album ci sono  Laura Bisceglia e Giovanna Famulari al violoncello, Ambra Chiara Michelangeli alla viola e violino, Vanessa Cremaschi ed Elena De Stabile ai violini, Susanna Buffa alle voci, Elena Somarè come solista di fischio melodico, Gabriele Coen ai clarinetti e Joe Lally al basso.

Un lavoro ricco dal punto di vista sonoro, ma questa non è una novità: Teardo ci ha abituato a curare i minimi dettagli e a fare attenzione a ogni singolo suono sia che si tratti di uno strumento, sia di un pre-set di Ableton.

A Bit About Ghosts si apre con la carica dirompente dei violoncelli che rompono il silenzio: uno squarcio nell’aria che conferisce quel senso di drammaticità e teatralità alla traccia, mentre sussulti continui lasciano spazio agli archi nel momento più solenne della prima suite.

I vocalizzi di This is the story of how your wife died insieme ai violini rendono il brano tetro, quasi spettrale; un crescendo di elementi che si mischiano insieme, da quelli classici agli interventi elettronici che conferiscono un senso di dolore e angoscia.

London Offered Us Possible Mothers, che ha anticipato l’uscita del disco, è una traccia ricca di pathos con i violoncelli che si trasformano in droni, ancora una volta il silenzio è bruscamente interrotto. L’atmosfera ansiogena lascia il passo alle chitarre e ai violini che restano protagonisti indiscussi. La terza traccia è imponente, orchestrale, il riassunto perfetto del Teardo-sound, ormai unico e celebre.

Nella brevità di What We May Lose And What We Have Already Lost è racchiuso l’unico momento di calma del disco, in cui pennellate di elettronica s’incastrano con gli archi in una traccia maestosa.

L’album si conclude con Unfinished. Beautiful. Everything, per confermare che Grief Is The Thing With Feathers non è un semplice disco ma un’esperienza artistica a tutto tondo.

Teardo ha una capacità innata di trasformare parole e immagini in musica e nel raccontare attraverso i suoni emozioni forti. Grief Is The Thing With Feathers è un album intenso, crudo e nonostante ciò l’ascolto è piacevole,  si arriva alla fine dell’album con la sensazione di aver vissuto una esperienza diretta, come se avessimo letto il romanzo di Porter o aver assistito allo spettacolo di Walsh, con chi ascolta nel ruolo del protagonista.




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