Il nuovo album dei Gentlemens, tra punk e distorsioni
Welcome to the Jungle
Benvenuti nel sacro mondo del punk, dove tutto è in pericolo e tutto sa di sbagliato e meravigliosamente rotto. Se il punk sposta la sua lancetta verso il noise, il rock e altro ancora, il pericolo aumenta, così come il godimento.
Inaspettatamente marchigiani, sono i The Gentlemens che in questo mondo così distorto si sono buttati a capofitto, dimostrando che il suono che scegli può, decisamente, essere lontano dalle tue origini ed attingere da luoghi ben più lontani. Non sono di certo la prima, infatti, che attribuisce ai The Gentlemens un sound molto americano, molto straniero, comunque, per usare ‘parole povere’.
Il 15 febbraio scorso è uscito Triage, album in cui i Sonic Youth dei noialtri hanno investito pienamente loro stessi: la voce prorompente di Paolo Fioretti, le chitarre pulite e distorte al punto giusto di Giordano Baldoni e le batterie inquiete di Daniele Fioretti dilagano senza sosta.
Il disco, uscito per Hound Gawd! Records / Rough Trade, è una vera bomba, quelle che esplodono e non si fermano più, quelle che fermo/a non ti fanno stare mai!
Non c’è un inizio cauto, si parte subito a missile con Still I Am, brano con cui, fin da subito, ci sembra di camminare verso il bancone di un locale soffuso, nei sottoscala di palazzi abbandonati, pieno di gente abbandonata alla sua lussuria e al suo vagabondaggio emotivo.
Non si scende di tensione, procedendo con le tracce, con pezzi elettrici come I Let You Die e A Second Coming. Non si smette nemmeno verso la fine, affidata al brano Sin Love Pray che, sontuoso e poetico, chiude il sipario di uno spettacolo sonoro raro e davvero incredibile.
L’invito è, chiaramente, alla perdizione, senza freni inibitori i The Gentlemens non parlano, ma scuotono, non suonano, ma battono, non chiedono ma impongono. Fermi, forti, eccezionali e senza limiti, con Triage possono considerarsi in vantaggio nel panorama italiano, per carisma e coraggio.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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