Il ritorno dei The Jackie-O’s Farm
La band di Livorno The Jackie-O’s Farm è tornata in pista con Late Night Shower, nuovo album autoprodotto in uscita per Black Candy Records e registrato alla Yeti’s Cave e all’Orphan Records Studio da Giacomo Vaccai e Niccolò Mazzantini. La band nasce nel 2004 e il loro primo LP Hard Times For Blonde Surfers (2009) è stato registrato al West Link Studio con la collaborazione artistica di Alessandro Sportelli. Nel 2010 esce poi il secondo album Sandland (Forears Records/Tannen Records) seguito da un tour che li porta a suonare per tutta l’Italia.
I The Jackie-O’s Farm fanno del rock con una buona padronanza dei mezzi che hanno a disposizione senza tradire le attese data la buona qualità del mixaggio e della produzione, ma nonostante i brani siano carini non c’è un episodio capace di colpire a pieno.
Il brano di punta è sicuramente Minimal Network, primo estratto dall’album che si presenta come un gigante loop: un labirinto dal quale non riesci ad uscire e dove l’ostacolo più grande è abbandonare l’idea del futuro che ti eri immaginato. “You’ve got to leave the future you’ve made up in your head”. Ciò che però sembra mancare nel complesso è un marchio che riveli l’identità di questa band o che infonda la voglia di un successivo ascolto.
Poche sono le cose cambiate nel mondo rilassato dei livornesi: è cambiata l’etichetta e si avverte magari una certa voglia di prenderla sul serio per passare magari a giocare coi professionisti. Tutto con lo spirito take it easy da irriducibili neohippie, quello non è cambiato, come non è finita la storia d’amore con l’America indie-pop e tutti gli annessi e connessi. Il succo infatti è sempre quello: pop-folk per animi allegramente sognanti, virato ora sul country, a tratti sul brit acustico e arpeggiato o elettrico e funkeggiante.
Non è facile giudicare e recensire il lavoro altrui perché non sempre le idee degli artisti sono facili da comprendere, specialmente quando ci si trova davanti al grosso limite di non avere un’opera coesa e compatta. Un album non brutto ma neppure bello… facile da dimenticare.
Mi chiamo Elena, sono una studentessa dell’Università di Bologna da sempre appassionata di musica. Da quando mi sono trasferita ho iniziato a frequentare il Covo Club diventando quasi un membro onorario e ciò mi ha dato la possibilità di conoscere nuove band e approfondire il mio interesse verso quelle che ascolto da sempre. Principalmente interessata di indie/britpop, shoegaze/dreampop e cresciuta con gli Arctic Monkeys sono stata a numerosi concerti, dai “big names” come Kasabian, Libertines, Black Keys, Paolo Nutini, Florence + The Machine, The Wombats, Biffy Clyro, Pixies, Queens Of The Stone Age, passando per gli italiani Verdena, Giorgio Poi, Colombre, Dunk, Baustelle fino ai festival locali come “Beaches Brew” e “Handmade”.
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