The Nausea alle prese con un Requiem pesante e moderno
The Nausea è il progetto della musicista e artista multimediale Anju Singh impegnata al violino, viola, violoncello, elettronica, voce e rumore, con il contributo di Graham Christofferson alle percussioni e al sintetizzatore.
Requiem, l’album di debutto, pubblicato il 7 giugno 2024 per Absurd Exposition e Buried In Slag And Debris, è un viaggio sonoro profondamente personale che esplora tensione e dolore attraverso l’uso di toni tesi ed evocativi e di composizioni melodiche incentrate sugli archi.
Requiem rappresenta il culmine di molti anni di esplorazione e creazione da parte di Anju Singh, un album teso, esasperante, ma spesso melodico, guidato dagli archi che oscillano tra momenti evocativi di matrice folk ad altri in cui il suono è caldo e vibrante come la musica classica.
L’album si apre con il fluire minaccioso di Respice Finem, un muro di suono opprimente ottenuto stratificando violini e violoncelli che lentamente si tramutano in un groviglio di rumori pesanti che appare però straordinariamente controllato.
Nei dieci minuti di De Morte Transire una semplice melodia ripetuta più e più volte crea un effetto di piacevole disorientamento. I fraseggi struggenti dei violini sanciscono l’incedere marziale della composizione in cui le ondate del malinconico lirismo degli archi ricordano l’inquietudine travolgente dei Godspeed You! Black Emperor.
A seguire in Ascension Singh si concentra sulla furia degli strumenti a corde fino a farli sembrare un esercito di archi in marcia. In questo paesaggio sonoro c’è un senso di tensione di fondo in gioco, con l’alchimia timbrica degli strumenti che raggiunge il suo apice nella parte finale quando gli archi si trasformano in una scarica di distorsioni e dissonanze.
In Requiem The Nausea affronta il concetto della morte e la difficoltà nell’elaborare le emozioni che essa suscita. Il risultato è una musica che trova il favore dei fan della musica classica e del metal, del doom e dell’ambient, grazie ad un linguaggio unico nel suo genere generato da diverse tecniche di esecuzione dello strumento che rendono il suono alieno.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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